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10 Aprile 2018 - 15:16
CRESCENTINO. Anche a Crescentino, come in molti altri paesi e città piemontesi, approda il progetto “Aggiungi un posto a tavola” che coinvolge il Cas “Il filo da tessere”, i ragazzi ospiti e le famiglie crescentinesi.
Il principio su cui si basa il progetto è molto semplice: chiunque può decidere di aprire le porte di casa per pranzare insieme a una coppia di ragazzi richiedenti asilo durante la giornata di un sabato qualunque, aggiungendoci però un pizzico di valore in più. È possibile dimostrare la propria disponibilità recandosi direttamente in ufficio in via Mazzini 9, oppure telefonando al numero 380.6576822 cosicché il Cas possa assicurare ai ragazzi le stesse opportunità di partecipare al progetto e quindi, innanzitutto, di sperimentare la propria conoscenza della lingua italiana.
La condivisione del pasto è, del resto - nella tradizione italiana più che in altre – il modo prediletto per far nascere e maturare relazioni e momenti di scambio che non possono essere garantiti in modo totalmente spontaneo, sia nelle grandi città a causa della diffidenza generalizzata che si sviluppa come “sistema di difesa” (o atteggiamento blasé, per dirla come il sociologo Simmel), sia – in modo differente – nei centri di medi e piccole dimensioni come nel caso di Crescentino, in cui si risponde alla tendenza a stare nel proprio, soprattutto quando l’altro sembra così distante da noi. D’altro canto è proprio questa l’opportunità attraverso cui si può arrivare ad una conoscenza meno superficiale dell’altro e per affrontare le diversità che non sono poi altro che caratteristiche che distinguono, certamente differenti da quelle che ci differenziano dal nostro vicino di casa poiché apparteniamo a culture differenti, ma soprattutto perché siamo persone differenti.
Invitare a pranzo un migrante però non è l’unica opportunità offerta dal centro; sono nati infatti, già da tempo, dei “tandem linguistici” che, con le stesse modalità di partecipazione del progetto “Aggiungi un posto a tavola” permettono, ad una fascia d’età più giovane – ma non in modo esclusivo – di sperimentare o di apprendere l’inglese e il francese parlati dai ragazzi “in cambio” di un’interazione in lingua italiana, cosicché un’ora trascorsa al parco o in biblioteca si possa trasformare in vere e proprie lezioni di lingua. Inoltre il Cas ha organizzato, lo scorso giugno, una “giornata a porte aperte” con un apericena conclusivo che - come spiega Micaela, coordinatrice del centro - ci si augura di poter riproporre poiché, sebbene non estremamente numerosa, vi è stata una partecipazione sentita. In quell’occasione infatti il centro è stato aperto al pubblico, che ha potuto visitare la mostra proposta sul tema delle migrazioni, realizzata in collaborazione con l’ex Moi di Torino, e in cui i ragazzi hanno potuto mostrare ai bambini presenti dei giochi tipici del loro paese d’origine che erano stati precedentemente realizzati in altri laboratori previsti dal centro.
Questi ed altri progetti, come quello in collaborazione con la Croce Rossa Italiana, sono finalizzati all’inclusione sociale e all’abbattimento dei muri di pregiudizio e discriminazione che, con volontà, possono essere abbattuti.
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