La Guardia di Finanza si presenta nello stabilimento di Riva di Chieri dell'Embraco, l'azienda del gruppo Whirlpool che ha avviato la procedura di licenziamento per 500 dipendenti. I militari controllano documenti, fotografano gli impianti produttivi. E' l'ennesimo capitolo di una storia sempre più complicata. Lunedì a Roma ci sarà l'incontro, che dovrebbe essere decisivo, convocato dal ministero dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che ha minacciato "di fare guerra alla multinazionale". L'Embraco - che giovedì scorso ha chiesto il rinvio del tavolo - dovrà rendere noto se accetta di sospendere i licenziamenti e di ricorrere alla cassa integrazione per consentire di esaminare proposte di reindustrializzazione. Il giorno dopo Calenda incontrerà la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager a Bruxelles: tra i dossier aperti la recente lettera inviata dal ministro sulla vicenda Embraco e il regime di agevolazioni fiscali applicato dalla Slovacchia alle imprese straniere. Una interrogazione sul caso Embraco e sulla legittimità di politiche fiscali straordinarie è stata depositata oggi a Bruxelles dall'eurodeputato Alberto Cirio (Partito popolare europeo). "Ho domandato a Bruxelles - spiega Cirio - di esprimersi anche sulla legittimità di politiche fiscali straordinarie che puntano a spostare investimenti da uno Stato membro all'altro, con l'ovvia ricaduta sull'occupazione. Essere in Europa deve servire a creare nuovi posti di lavoro, non a farlo perdere a chi ce l'ha". "Problemi come quelli dell'Embraco si risolvono con più Europa", sottolinea il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che lunedì andrà al Mise. I sindacati sono sempre più preoccupati e hanno proclamato per lunedì, in concomitanza con l'incontro a Roma, quattro ore di sciopero per ogni turno, con manifestazioni nelle strade intorno allo stabilimento. "La Guardia di Finanza fa il proprio lavoro, ma più che delle verifiche, vorremmo avere notizia che la Embraco ritira i licenziamenti", afferma Dario Basso, segretario generale della Uilm torinese. "Siamo preoccupati per una situazione che si fa di giorno in giorno più complicata, con una proprietà irresponsabile che in questi anni ha scientemente depotenziato lo stabilimento di Chieri, dopo aver beneficiato di ingenti risorse pubbliche", commenta Federico Bellono, segretario generale della Fiom.
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