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SALUGGIA. E adesso arriva anche la “fusione nucleare”...

SALUGGIA. E adesso arriva anche la “fusione nucleare”...

Siccome non gli basta avere sul proprio territorio oltre il 90% delle scorie radioattive di tutto il Paese, prodotte nel secolo scorso dalla “fissione” nucleare, il Piemonte aspira ad avere anche quelle che si produrranno dalla sperimentazione della “fusione” nucleare. La Regione governata da Sergio Chiamparino ha infatti aderito al bando lanciato dall’Enea per la realizzazione dell’impianto sperimentale DTT (Divertor Tokamak Test), e ha proposto di realizzarlo a Casale Monferrato.

Gli ambientalisti piemontesi non sono rimasti a guardare, e hanno chiesto al Comune di Casale di convocare un Consiglio comunale aperto per dibatterne con i cittadini. La richiesta è stata accolta, seppur tardivamente (a pochi giorni dalla scadenza del bando, quando Casale aveva ormai deciso di partecipare), e così anche alcuni ambientalisti noti a Saluggia per il loro impegno contro il nucleare sono stati ascoltati in Consiglio; alla seduta tenutasi la sera del 18 gennaio presso il Municipio casalese hanno infatti preso parte Gian Piero Godio, responsabile energia di Legambiente Piemonte, e Umberto Lorini, presidente del Comitato di vigilanza sul nucleare.

«La proposta di realizzare a Casale Monferrato la macchina DTT per sperimentare la fusione nucleare - ha detto Godio - ci lascia sgomenti. Si tratta di vera e propria energia nucleare, non di altro, come si può facilmente verificare cercando nel dizionario il termine “energia nucleare”: “energia contenuta nel nucleo atomico, che si libera per sintesi di nuclei leggeri nel processo di fusione, o per scissione di nuclei pesanti nel processo di fissione”. La fusione nucleare di Deuterio e Trizio, che si vorrebbe utilizzare per produrre energia con il progetto Iter e di cui a Casale si vorrebbe sperimentare una parte (DTT), produce neutroni che rendono radioattive le strutture e generano scorie radioattive: non le stesse scorie radioattive che vengono generate dalle classiche centrali nucleari “a fissione”, ma di altro tipo, meno durature, ma sempre radioattive.

Nel progetto stesso che si vorrebbe realizzare a Casale (ma è scritto solo nella versione in lingua inglese...) è previsto che dentro al DTT si formino sostanze radioattive non trascurabili, anzi, di tutto rispetto.

E, infine, l’aspetto dei costi: ingentissimi e senza fine! Solo per l’esperimento DTT di Casale si prevedono (per ora) 500 milioni di euro, di cui l’Italia deve contribuire per 50 milioni. Una sola considerazione,:se tale cifra fosse spesa per migliorare l’ambiente: quanti posti di lavoro si potrebbero generare e quanti tetti in eternit si potrebbero bonificare?

Eppure - ha concluso Godio - l’alternativa esiste: è quella di lasciare la fusione nucleare sul Sole e beneficiare dell’energia che il sole manda da sempre sulla Terra, a ciascuno di noi, senza pericolo di sostanze radioattive, senza la necessità di megacentrali costosissime, e oltretutto senza l’utilizzo di tecnologie che sono state utilizzate e che continuano ad essere utilizzabili anche nel settore militare».

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