Nessun passo indietro dall'Embraco: l'azienda del gruppo Whirlpool conferma ai sindacati di volere azzerare la produzione in Italia nel 2018 con la chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri, nel torinese, e i 497 licenziamenti annunciati. Una nuova doccia fredda per i lavoratori, in sciopero due ore per partecipare al presidio davanti all'Unione Industriale di Torino in occasione del primo incontro previsto dalla procedura per la mobilità collettiva.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, però non si arrende e, in attesa del tavolo dell'8 febbraio con azienda e sindacati, convoca nuovamente i vertici dell'Embraco. L'incontro sarà giovedì, preceduto da un vertice al ministero del Lavoro per valutare la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali a fronte della presentazione di un piano di risanamento.
Il ministro Calenda valuterà la situazione e le eventuali iniziative da assumere. Sarà invece il 24 gennaio il prossimo incontro all'Unione industriale di Torino.
Ai sindacati l'Embraco conferma che al momento non c'è l'intenzione di mantenere, nemmeno parzialmente, in attività lo stabilimento di Riva di Chieri, che occupa in tutto 537 lavoratori. "L'azienda continua nella sua posizione intransigente e conferma la sua indisponibilità a salvare anche parte della produzione", attaccano Fiom e Uilm. "Nonostante la nostra disponibilità a percorrere tutte le strade per salvaguardare l'occupazione - spiegano Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino, e Vito Benevento, responsabile Embraco per la Uilm - l'Embraco scarta a priori la possibilità di mantenere anche solo una parte della produzione nel sito di Riva di Chieri per far recedere l'azienda da questa decisione".
"Ribadiamo la nostra disponibilità a discutere di tutti gli strumenti utili alla rioccupazione dei lavoratori, ma riteniamo prioritario l'impegno di Whirpool Embraco a continuare a produrre nel sito di Chieri", affermano Lino La Mendola della segreteria Fiom e Ugo Bolognesi, responsabile Embraco per la Fiom, che chiedono al governo "di svolgere un ruolo ancora più incisivo rispetto a quello avuto finora".
"Non possiamo permettere a una multinazionale come la Whirpool di abbandonare un territorio in questa maniera", aggiungono.