La traduzione in italiano suona più o meno come "stupido". Nel dialetto piemontese, il termine "balengo" oscilla fra l'insulto sanguinoso e il benevolo sfottò. E da mesi, intorno a una parola che il grande pubblico ha imparato a conoscere soprattutto dalle performance televisive dell'attrice Luciana Littizzetto, a Torino infuria una battaglia giudiziaria: è reato o no? Un pm della procura di Torino ha retrocesso "balengo" al rango di "termine scherzoso" e ha chiesto di archiviare un fascicolo per diffamazione. Un giudice, però, è stato di diverso parere: cosicché a gennaio si terrà un processo in piena regola. Il caso è quello di un signore di 80 anni che nel 2012 ebbe la pensata di pubblicare su Facebook una poesiola dedicata al leader del movimento No Tav della Valle di Susa, Alberto Perino, 71 anni. Lo chiamò 'balengo'. E scattò la denuncia. Perché, come spiegò il legale di Perino, l'avvocato Stefano Bertone, la piemontesissima parte lesa "soffriva naturalmente dell'epiteto 'balengo' come ingiusta e ingiustificabile lesione della sua immagine e onorabilità". La causa, per dirla tutta, non si esaurisce nel 'balengo'. I versi sono farciti di locuzioni quali 'banda di briganti' o 'imbratta cessi', e lasciano intendere che Perino fosse alla guida di una specie di commando che mise a segno un atto vandalico in Valsusa. Ma la pm Nicoletta Quaglino ha dedicato molto spazio a quel 'balengo', arrivando a menzionare un dotto e corposo studio dell'Accademia della Crusca con analisi etimologiche e riferimenti letterari che partono da Guido Gozzano, passano per Cesare Pavese ed Ennio Flaiano e arrivano a Luciana Littizzetto. Conclusione: visto il contesto satirico, 'balengo' è stato usato "scherzosamente per fornire in chiave ellittica un giudizio di benevola disapprovazione". Non è punibile. Ma l'avvocato Bertone ha protestato, sostenendo che il pm si è profuso in "entusiasmanti acrobazie" verbali per non fare il processo. E ora un processo ci sarà. La torinese Littizzetto si dice "onorata di essere stata accostata a Pavese e Flaiano". A suo parere, "'balengo' in sé non è un termine aggressivo. Mia nonna diceva sempre, in piemontese, che 'è il tono che fa la musica'. Una parola scritta e detta in un certo modo acquisisce un'accezione, in un altro modo ne acquisisce un'altra". Poi, la battuta: "Se Fabio Fazio dovesse querelarmi per tutte le volte che gli ho dato del 'balengo', i danni finirebbero per pagarli i miei pronipoti".
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