Aprire uno sportello telematico per la tutela della web reputation, in modo di intervenire subito attraverso lo strumento della moral suasion per ottenere la rimozione dei contenuti offensivi entro 48 ore, prima e indipendentemente dall'eventuale azione penale promossa dalla polizia postale e dalla magistratura. E' quanto sta valutando il Corecom del Piemonte, eccellenza italiana e punto di riferimento nazionale su molti fronti, a partire da quello organizzativo e dall'efficacia dell'azione. "Il Corecom piemontese - sottolinea il presidente Alessandro De Cillis, che è anche incaricato alle relazioni con il Garante della Privacy per il Coordinamento nazionale dei presidenti dei Corecom italiani - è fortemente impegnato nella tutela dei minori relativamente a tutti i media. E i nuovi media non sono una lontana frontiera ma la realtà quotidiana. Alcune Regioni virtuose, come Lombardia, Abruzzo e Campania - spiega - si sono già attivate per occuparsi di web reputation. In Lombardia c'è uno sportello telematico che sta funzionando molto bene. Agisce con la moral suasion e nell'80% dei casi sta riuscendo a ottenere che i contenuti lesivi vengano rimossi immediatamente. In Piemonte la discussione è partita e puntiamo a concretizzare l'iniziativa appena sarà possibile". "Noi - aggiunge l'avvocato Gianluca Nargiso, vicepresidente del Corecom Piemonte - ci occupiamo di tutela dei minori nella comunicazione, nell'ambito dei media tradizionali, e in particolare riguardo ai programmi televisivi. Ma abbiamo il problema che l'attuale normativa non ci permette di operare a più ampio raggio. Dietro una testata televisiva c'è sempre un direttore che ha responsabilità anche penale sui contenuti. Sul web gli editori non sono strutturati a livello giornalistico e magari hanno la sede legale dall'altra parte del mondo. Stiamo però registrando - osserva Nargiso - una crescente attenzione a questa questione e ci attendiamo a breve dei significativi cambiamenti. In particolare riponiamo fondate aspettative di positive novità sulla prossima legge della Regione Piemonte in materia. In un mondo il cui fulcro è ormai sul web la domanda di tutela non può rimanere inevasa". "Il Corecom piemontese - dice ancora De Cillis - ha fatto una ricerca molto interessante sul rapporto minori e media, dalla quale è emerso che in ambito di sorveglianza sui ragazzi iscritti ai social, i genitori sono i grandi assenti. In mano ai bambini e ai ragazzi vengono messi strumenti potenzialmente lesivi, nella maggior parte dei casi senza la supervisione di un adulto. Un genitore, che mai darebbe le chiavi dell'auto a un figlio minorenne, deve capire che ha la stessa responsabilità di controllo se dà al figlio uno smartphone, un tablet o un computer".
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