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06 Novembre 2017 - 11:16
Tutto è nato così. Dalla passione per il mondo naturale di due giovani ragazzi.
Sono Riccardo Cavalcante, di Livorno Ferraris, e Silvia Fiore, della più lontana Pezzana. Studiano Scienze Naturali e Biologia all’Università.
Insieme stanno portando avanti un progetto che mai si era visto nel territorio. Salvano dall’estinzione la Emys orbicularis, una rara razza di testuggine palustre.
Hanno iniziato con tre, recuperate da luoghi pericolosi e inospitali.
Oggi, si trovano a gestire 50 cuccioli.
Siamo a Castell’Apertole, frazione di Livorno Ferraris.
Qua, a due passi dal Babi, si trova il Centro Emys. Un grande capannone di 20 per 7 protetto da una rete. E’ qui si riporta in vita la razza.
“Il progetto è nato l’anno scorso, a casa mia - racconta Riccardo mentre ci mostra la struttura -. All’inizio del 2017, abbiamo aperto il centro”.
Dentro il capannone ci sono quattro vasche piene d’acqua e di piante che ricreano un habitat naturale adeguato alle tartarughe. Ognuna ha uno scopo preciso.
“Nella prima si trova il primo gruppo riprodotture - spiegano i ragazzi -. Ovvero due tartarughe femmine ed un maschio. Provengono tutte da siti diversi per evitare che animali provenienti dalla stessa famiglia si riproducano”. Nella seconda vasca, il secondo gruppo riproduttore, nelle ultime due per i giovani da 1 a 2 anni e da 2 a 3 anni. Dopo due anni, le tartarughe vengono liberate in natura, in luoghi adatti alla loro sopravvivenza. Come l’area umida accanto al capannone o in zone del Parco del fiume Po.
“Questa specie può riprodurre dalle tre alle dodici uova in una volta sola - raccontano -. Solo quest’anno ne sono nate 50, un grande successo riproduttivo”.
Qua, ogni anno, per assistere ad una lezione di scienze naturali arrivano centinaia di bambini. Il problema principale è, però, la ricerca dei fondi per continuare a ricerca.
Oltra al contributo del Comune e a qualche donazione privata non ci sono altre entrate.
“Il nostro obiettivo - concludono - sarebbe quello di attivare progetti di conservazione della biodiversità a vari livelli, diventando un punto di riferimento nazionale”.
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