Fca chiude un trimestre record con un utile netto più che triplicato a 1,155 miliardi, in crescita del 260% e un indebitamento netto industriale in calo a 4,2 miliardi di euro. Sergio Marchionne conferma i target 2017 e annuncia la revisione del piano industriale entro la metà del 2018, ma non parla sull'ipotesi di uno spin off per Alfa Romeo e Maserati, come avvenuto per Ferrari, con la creazione di un polo del lusso separato dal resto del gruppo. "Non voglio fare commenti su possibili disaggregazioni. Aspettate il piano al 2022 che sarà reso noto nell'Investor Day", dice il manager che, agli analisti durante la conference call, non esclude neppure nuove operazioni per il riassetto del gruppo. Torna così l'ipotesi di una cessione di Magneti Marelli, già circolata nei mesi scorsi, per dare una mano all'obiettivo di azzeramento del debito. "Il portafoglio va depurato perché Fca diventi un costruttore adeguato. Dobbiamo creare maggior valore per gli azionisti e lavorare su questo", afferma Marchionne. Fca registra il migliore utile netto per il secondo trimestre dal 2011 e il migliore utile netto adjusted dall'inizio dell'alleanza Fiat Chrysler. E' record anche l'ebit rettificato (+15% a 1,9 miliardi), trainato da Maserati - che nel 2019 avrà la versione elettrica - e con tutti i settori in positivo. I ricavi netti sono pari a 27,9 miliardi, in linea con lo stesso periodo 2016, le consegne globali 1.225.000 (-1%). I conti non entusiasmano il mercato e il titolo cede lo 0,1%. Incalzato dagli analisti, Marchionne torna sul tema del suo successore: "Non mi preoccupa, ho fiducia che verrà trovata la persona giusta quando lascerò", dice. Resterà invece nel board di Exor, la holding del gruppo Agnelli, "ma questo non significa niente per la gestione di Fca. La mia influenza si vedrà nel piano al 2022, che poi verrà realizzato da altri". C'è anche il capitolo emissioni: Marchionne auspica una soluzione rapida sia da parte della Commissione Europea sia negli Usa. "Non mi è stato chiesto di unirmi a quei tedeschi che vogliono rendere il mondo migliore", scherza sul presunto cartello tra le cinque tedesche Volkswagen, Audi e Porsche, Daimler e Bmw. E se per il diesel le prospettive non sono affatto buone, Marchionne vede invece una domanda in crescita per l'auto elettrica. "Gli investimenti sui modelli premium sono la strada giusta, ci hanno permesso di salvare gli stabilimenti italiani. Ora al più presto serve il nuovo modello per Pomigliano", commenta Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim. "Marchionne sta portando a compimento il mandato che gli ha dato la proprietà, in vista di una possibile fusione o vendita. Il nostro obiettivo invece è puntare sull'innovazione del prodotto e su salari più alti. Ci piacerebbe che tra a settembre e ottobre ci fosse un incontro con i sindacati", dice Michele De Palma della Fiom.
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