Si fingeva una bella adolescente per adescare minorenni sui social. Tutti maschi, tutti provenienti dal mondo del calcio, il suo mondo. Sono un centinaio i giovani finiti nella rete di un 24enne della provincia di Cuneo, direttore sportivo di una squadra di calcio giovanile, finito agli arresti domiciliari nell'ambito di una indagine della polizia postale. Ingente il materiale pedopornografico sequestrato a casa dell'uomo e attraverso il quale gli esperti della polizia hanno ricostruito la sua attività criminale. Tutto iniziava con un messaggio all'apparenza innocuo. "Ciao, come va? Lo sai che sei proprio carino?!?". Frasi e ammiccamenti sempre più espliciti, pronunciati via Facebook, Whatsapp, Kik e Telegram da quelle che all'apparenza erano avvenenti ragazze. Almeno quattro i profili 'fake' di ragazze utilizzati dal 24enne per circuire le sue prede, carpire la loro fiducia e farsi spedire selfie erotici. Un vero e proprio trofeo, per lui, l'inizio di un incubo per chi cadeva nella trappola. A quel punto le minacce si sostituivano alle frasi romantiche e, in cambio del suo silenzio, i minori erano costretti a produrre altro materiale pornografico. Tra il direttore sportivo e le sue vittime non ci sono mai stati rapporti fisici, anche se in alcune circostanze proponeva fantomatici 'menage a trois' con il fidanzato, che in realtà era lui stesso. Le indagini nei suoi confronti sono scattate due anni fa, in seguito alla denuncia alla polizia postale di Asti di un giovane calciatore in erba, all'epoca appena 14enne. Un caso non isolato, come appurato dagli investigatori, che sono riusciti a risalire all'identità del direttore sportivo con la passione morbosa per i ragazzini. E ad isolare i falsi profili utilizzati per i suoi ricatti. La vicenda ricorda quella dell'allenatore ventenne arrestato lo scorso marzo a Torino per avere convinto i baby calciatori delle sue squadre a mandargli foto osè e, almeno in un caso, ad avere rapporti sessuali. In cambio una maglia da titolare la domenica. La polizia postale, per questo motivo, rinnova l'appello ad un uso consapevole della rete e invita i genitori a vigilare sul corretto utilizzo che i propri figli fanno dei social network.
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