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08 Maggio 2017 - 18:51
tribunale
Dopo trent'anni di esercizio della professione nel quartiere delle Vallette ha dovuto "vendere casa e tornare alle Canarie" perché minacciata e picchiata di continuo da altre transessuali che volevano rubarle il territorio: questa la storia che S., 51 anni, ha raccontato oggi in tribunale, a Torino, dove ha specificato di essere di sesso femminile pur non avendo mai fatto interventi chirurgici. "Tu sei un ricchione - le diceva una delle sue persecutrici - ma io sono una donna, i giudici crederanno a me".
La vicenda, che si è sviluppata fra il novembre del 2014 e il marzo del 2015, vede imputate quattro persone: una transessuale italiana, suo padre e due transessuali di origini brasiliane.
"Io ero lì prima di loro - ha riferito S. - e ad un certo punto sono arrivate. Hanno fatto 'branco'. Prima chiesero soldi. Poi il padre dell'italiana voleva che la facessi lavorare nella mia stanza. E ancora: te ne devi andare, o ti facciamo sparare". Nel 2014 S. si presentò in ospedale dopo essere stata picchiata con una spranga.
"Questa storia - spiega l'avvocato Oliviero Dal Fiume, che difende gli imputati con il collega Guido Savio - è tutta da chiarire. Teniamo presente che anche la parte lesa è stata querelata: anche lei chiedeva soldi. Vedremo come evolve il processo".
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