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TORINO. Frodi alimentari, su 159 campioni 41 venduti con falso nome

TORINO. Frodi alimentari, su 159 campioni 41 venduti con falso nome
Fare attenzione alle etichette non basta perché a volte contengono informazioni sbagliate. E' il caso dei pesci. Il laboratorio di Genetica dell'Istituto Zooprofilattico Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, nel 2016 ha scoperto che dei 159 campioni di pesci analizzati per l'identificazione di specie, 41 non corrispondevano a quanto indicato al momento della commercializzazione. E' quanto emerso oggi a Torino dal convegno su "Mari, fiumi, laghi e organismi acquatici". La presenza sul mercato di nuove specie provenienti da Paesi lontani - hanno spiegato gli esperti - richiede la disponibilità di metodi per riconoscerle, anche per una tutela commerciale del consumatore. Se l'analisi morfologica e macroscopica del pesce può essere sufficiente a individuare le differenti specie sull'esemplare intero, per individuare le sottospecie o su prodotti trasformati come filetti o in altre preparazioni sono indispensabili metodi alternativi, come le analisi genetiche. Mediante la tecnica denominata Fins (Forensically Informative Nucleotide Sequencing) è possibile studiare porzioni di DNA caratteristici per ciascuna specie e quindi differente in animali appartenenti a specie diverse. Le analisi genetiche si sono, dunque, rivelate indispensabili per tutelare il consumatore dalle frodi. Gli esperti hanno inoltre messo in luce le conseguenze della progressiva industrializzazione dell'ittiocoltura che ha portato all'adozione di pratiche di zootecnia intensiva, favorendo lo sviluppo di epidemie soprattutto virali, tra gli allevamenti. Tali epidemie si sono spesso tradotte in alti tassi di mortalità. I virus rappresentano ancora oggi una delle peggiori minacce alla sostenibilità economica dell'ittiocoltura. Tra le malattie più note e temibili ci sono la setticemia emorragica virale e la necrosi ematopoietica infettiva, note da tempo e soggette a denuncia. L'Istituto Zooprofilattico nel 2016 ha analizzato più di 4.000 salmonidi. Tutti i campioni sono fortunatamente risultati negativi per le malattie infettive, scongiurando gravi danni economici per il comparto dell'acquacoltura.
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