La rete di cure palliative, operativa da 17 anni in Piemonte, vede operativi 15 hospice, in quasi tutte le province (7 a Torino e città metropolitana, 2 nel Cuneese, 2 nell'Alessandrino, 1 ciascuno nelle province di Biella, Vercelli, Novara e Vco) che accolgono i pazienti affetti da patologie degenerative, che non possano essere seguiti al proprio domicilio, per i quali la terapia attiva non è più appropriata. E' la fotografia illustrata nell'ambito del convegno sulle cure palliative che si è svolto oggi a Roma. Promosso dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione Ghirotti, vi ha partecipato Antonio Saitta, assessore alla sanità della Regione Piemonte, coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni, La rete regionale di terapia del dolore si basa sul modello organizzativo delle reti cliniche integrate, con l'individuazione di centri hub. Sono parte integrante i centri di cure primarie ed i Medici di Medicina Generale, cui, per primi, spetta il compito di indirizzare correttamente il paziente verso il Centro più adatto alla sua presa in carico. L'assetto prevede 3 hub sul territorio, identificati nelle Aziende Ospedaliere, sedi di Dea di II livello: Città della Salute e della Scienza di Torino, Ospedale Maggiore della Carità di Novara e Ospedale Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria. All'Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico di Candiolo è riconosciuto il ruolo di centro monospecialistico per la terapia del dolore oncologico. "Siamo orgogliosi del lavoro fatto sinora, ma consapevoli che c'è ancora molta strada da fare. Il monito che arriva dai dati dell'osservatorio volontario della Fondazione Ghirotti è piuttosto chiaro - ha detto Saitta - Solo un paziente su tre conosce la legge sulle cure palliative, il 45% non conosce l'utilità dei farmaci oppiacei per le situazioni di dolore cronico o di fasi terminali." Tra gli aspetti centrali il ruolo del medico di medicina generale che - ha aggiunto Saitta - stanno "sviluppando una sempre maggiore consapevolezza e cultura professionale sui temi delle cure palliative e della lotta al dolore ed è questo un dato incoraggiante. Regioni e ministero della Salute hanno un compito comune da affrontare soprattutto in materia di informazione e comunicazione."
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