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23 Febbraio 2017 - 18:00
"Al mio risveglio mi sono ritrovato quella donna nel letto. Ma avevo bevuto e non ricordo nulla di quanto era successo nella notte. E dopo qualche tempo lei ha cominciato a ricattarmi". Il racconto di G.T., 55 anni, commerciante cuneese, secondo il giudice fu "assai poco convincente" nella prima parte. Ma la donna, Mirsada B., 33 anni, di professione prostituta (come affermato da lei stessa), mise in atto una vera e propria estorsione: per questo fu condannata a due anni e quattro mesi con una sentenza che oggi è stata confermata dalla Corte d'appello di Torino.
L'uomo disse che si era imbattuto in B. nella notte fra il 15 e il 16 novembre 2012 dopo una "cena di lavoro" nel capoluogo piemontese e di essere andato a dormire in albergo. Nelle settimane successive lei le chiese del denaro, facendosi poi consegnare 21 mila euro, sostenendo falsamente di essere incinta. B., difesa dall'avvocato Wilmer Perga, spiegò che il commerciante era un suo cliente abituale, con cui aveva avuto una trentina di incontri. Restano però - come scrisse il gip Gian Luca Robaldo - le "velate ma inequivoche minacce" che mise in atto. Da qui la condanna per estorsione.
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