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20 Febbraio 2017 - 19:08
"Qualcuno mi ha sconsigliato di partecipare a questa assemblea perché avrei prestato il fianco a possibili strumentalizzazioni. A chi mi ha detto questo ho risposto che per me è un onore essere uno strumento per portare avanti le istanze dell'università, dei giovani e del loro rapporto col mondo del lavoro". Un grande applauso dei 1.500 delegati e pensionati Cgil accoglie Marco Rondina, 22 anni, il rappresentante degli studenti del Politecnico di Torino, diventato una star della rete dopo il suo discorso all'apertura dell'anno accademico.
"Quello che manca per risolvere i nostri problemi - osserva Rondina all'assemblea organizzata al Teatro Colosseo dalla Cgil di Torino, nell'ambito della campagna referendaria per il sì ai due quesiti su voucher e responsabilità solidale negli appalti - è la volontà politica. Negli ultimi anni i governi che si sono susseguiti hanno trattato l'università con indifferenza, usandola come salvadanaio per trovare i fondi da spendere in altri modi sicuramente meno efficaci, come i 500 euro dei bonus cultura". Sul palco del Colosseo ci sono, provocatori, dei manichini: non parlano, non protestano e magari, visto che sono di plastica, non mangiano e nemmeno si ammalano. Una metafora della perdita di valore del lavoro, di chi fatica tutti i giorni senza che i propri diritti vengano rispettati.
All'assemblea portano le loro testimonianze Assunta e Deborah, raccontano le loro storie di ingiustizia e precariato. Assunta è una lavoratrice part-time a 3 ore e 24 minuti al giorno per un'impresa di pulizie in un appalto alle Poste: "Dovrei essere tranquilla, ho un posto di lavoro a tempo indeterminato ma non è così - dice - questo non è lavorare dignitosamente, gli uffici postali sono sparsi nel raggio di 30 km, quotidianamente percorro 60 km andata e ritorno per pulirne quattro, in pratica guadagno 10 euro netti al giorno".
"La precarietà è esplosa, è diventata permanente, la crisi ne ha cambiato definitivamente il segno: ci hanno detto che erano forme per entrare nel mondo del lavoro, oggi sappiamo che le tante tipologie di rapporti di lavoro che si sono moltiplicate negli anni sono diventate forme stabili di incertezza", ha osservato la segretaria generale della Cgil di Torino, Enrica Valfrè.
"Noi siamo per il lavoro dignitoso e costituzionale - ha spiegato Vincenzo Colla, segretario nazionale Cgil - un progetto autonomo della Cgil che abbiamo consegnato al Parlamento e al Paese perché vogliamo aprire una grande discussione sul lavoro in Italia che ne ha bisogno, e anche la politica farebbe bene ad occuparsene. Diciamo a questo governo di darci la data del voto e di non fare tattica con la democrazia, dando risposte ai diritti per anticipare la rabbia sociale e ripristinare la voglia di partecipare. Dobbiamo convincere tanti cittadini a votare perché con la vittoria su questi quesiti si riconquista il diritto al lavoro".
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