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TORINO. Fca: vola l'utile nel 2016, Borsa premia calo debito

TORINO. Fca: vola l'utile nel 2016, Borsa premia calo debito

Fiat Chrysler Automobiles

Vola l'utile di Fca nel 2016, anno record per il gruppo, mentre l'indebitamento è in calo a 4,6 miliardi di euro, 500 milioni in meno rispetto a fine 2015 con l'obiettivo di arrivare quest'anno a 2,5 miliardi. La Borsa premia il titolo che guadagna l'1,2% a 10,33 euro. Chiusura in positivo anche per la holding Exor che registra un rialzo dell'1,8% a 43,97 euro.

L'indagine sulle emissioni dei motori diesel di alcuni modelli di Fca avviata dall'Epa, l'Agenzia Usa per la protezione dell'ambiente, non toglie smalto al gruppo. L'amministratore delegato Sergio Marchionne spiega che il 60% del piano industriale "è stato completato" è che la società "sta procedendo con decisione verso la realizzazione degli obiettivi". L'anno si chiude con un utile netto pari a 1,8 miliardi di euro e un utile netto adjusted in aumento del 47% a 2,5 miliardi di euro. L'ebit adjusted è in aumento del 26% a 6,1 miliardi di euro, con tutti i settori in positivo e in miglioramento rispetto al 2015. Per il 2017 Fca punta a ricavi netti tra 115 e 120 miliardi di euro, ebit adjusted oltre 7 miliardi di euro, utile netto adjusted oltre 3 miliardi di euro, indebitamento netto industriale inferiore a 2,5 miliardi di euro.

Agli analisti, durante la conference call, Marchionne spiega che "i colloqui con l'Epa sono in corso e procedono positivamente. Speriamo che vadano avanti velocemente si arrivi a una conclusione entro quest'anno". Giudizio positivo sulle proposte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha incontrato pochi giorni fa alla Casa Bianca con i vertici di Gm e Ford. "Il suo impegno per il settore auto è positivo. Vogliamo lavorare con Trump", dice Marchionne che nega di avere parlato con lui del possibile matrimonio con Gm. "Non abbiamo parlato di questa possibilità. La nostra priorità è completare il piano industriale, non voglio essere disturbato da altre questioni".

Il manager italocanadese liquida come "conversazioni da birra al bar" le voci sull'alleanza, anche se non ha cambiato idea: una fusione con Gm permetterebbe la nascita "del più grande produttore di auto e camion al mondo, che avrebbe base negli Stati Uniti". "Le cose inevitabili alla fine accadono", afferma.

Marchionne dà un giudizio "complessivamente positivo" sugli annunci di Trump. "Apprezzo il suo impegno per rendere gli Usa un luogo per fare business, ma abbiamo bisogno di sapere di più.

Non vediamo l'ora di lavorare con Trump e il Congresso per rafforzare l'industria manifatturiera americana", spiega. "La nostra volontà di seguirlo è chiara se ci sarà un giusto rafforzamento economico con una ripresa della produzione manifatturiera in Usa", aggiunge. Marchionne non nasconde la sua preoccupazione per la possibile introduzione dei dazi: una percentuale rilevante dei Pick up-Trucks venduti dal gruppo in Usa viene prodotta in Messico, ma dice con chiarezza che "con le motivazioni giuste" quella produzione potrebbe anche tornare in Usa.

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