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05 Dicembre 2016 - 15:24
Il Patto per Torino "è uno strumento di coordinamento tra istituzioni, nell'interesse dei cittadini e degli stessi enti che lo sottoscrivono, per cui resta valido".
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, intervistata dall'ANSA, esclude che il voto referendario e le sue conseguenze sul governo possano mettere in discussione l'intesa da 6 miliardi di euro tra Comune, Regione Piemonte e Governo. "Proprio oggi - rivela la prima cittadina - incontro il presidente Chiamparino per fare il punto, ma sono convinta che continueremo a lavorare qualunque siano le sorti del governo".
Del resto, aggiunge Appendino, "il percorso è chiaro": dei 6 miliardi di euro per le opere previste dal patto, tra cui la linea 2 della metro, il polo della ricerca e lo sgombero del campo rom, "600 milioni sono già a disposizione perché fanno parte di una dotazione di fondi europei già impegnati - osserva la prima cittadina - e un altro miliardo e 900 milioni sono da attivare".
Il Patto per Torino e il Piemonte "è uno strumento di programmazione e pianificazione importante, al di là di chi rappresenta o rappresenterà il Governom e rimane valido nelle intenzioni", ribadisce la sindaca Appendino rispondendo in Consiglio comunale ad una interpellanza del capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli.
"Il Patto - aggiunge la sindaca - è uno strumento usato anche da Milano, Firenze e Napoli. Quanto alle opere che si prevede vengano finanziate con i fondi previsti dal Patto - precisa - sono quelle delle linee programmatiche di quest'aula. Ho semplicemente attuato gli indirizzi del Consiglio usando uno strumento importante che trasforma delle linee programmatiche in indirizzi".
"Si intravede un forte segnale politico, la volontà di cambiare dei cittadini. E' stato un voto contro il governo". La sindaca di Torino Chiara Appendino, intervistata dall'ANSA, commenta così i risultati del referendum costituzionale. "Ci affidiamo ora al presidente della Repubblica affinché, nel percorso che deve portare alle elezioni, individui le soluzioni idonee a rimettere al centro le esigenze dei cittadini".
La strada auspicata dalla prima cittadina pentastellata porta dunque al voto, non prima però di avere dato "risposte certe" ai problemi immediati delle persone. "Nel caso di Torino penso prima di tutto ai fondi per la recente alluvione - sottolinea - e penso alla finanziaria".
Difficile stabilire se il successo del Movimento 5 Stelle alle ultime elezioni amministrative possa avere dato una spinta al No. "Sono piani diversi - sostiene la prima cittadina - quello di ieri è stato invece un voto politico".
"La riforma è stata vissuta come l'imposizione dall'alto di una forte concentrazione di potere, quando invece c'è bisogno di individuare dei percorsi di confronto e di condivisione con i cittadini". La sindaca pentastellata di Torino, Chiara Appendino, interpreta così la netta vittoria del No al referendum costituzionale. "Occorre che la politica colga il segnale che esce dalle urne - aggiunge intervistata dall'ANSA - e torni a dare ai cittadini le risposte che aspettano".
I valori "della partecipazione e della condivisione", devono dunque tornare al centro della politica, secondo la prima cittadina del capoluogo piemontese, che guarda positivamente "all'alta affluenza alle urne". "Dai cittadini è arrivata una grande risposta in termini di partecipazione - aggiunge - e questo non può che essere positivo".
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