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23 Novembre 2016 - 16:59
"È un'evasione fine a se stessa".
Così il pm Nicoletta Quaglino ha definito il gesto della pasionaria No Tav Nicoletta Dosio, oggi processata a Torino per il suo rifiuto di rispettare gli arresti domiciliari. Il magistrato si è anche detto del parere che l'imputata possa ottenere le attenuanti generiche, perché, "ogni volta che si è allontanata dalla residenza di Bussoleno, ha tenuto un comportamento ineccepibile, partecipando a manifestazioni e dibattiti senza commettere altri reati".
Dosio, 70 anni, è stata arrestata dagli agenti della Digos il 3 novembre scorso, mentre entrava a Palazzo di Giustizia per seguire un'udienza del maxi processo ai No Tav. Tutte le altre segnalazioni delle settimane precedenti sono state fatte confluire nel medesimo procedimento, perché, secondo il pm, costituiscono "un'unica violazione".
Quello della Dosio, ha sostenuto in aula l'avvocato difensore Emanuele D'Amico, è "un gesto politico di disobbedienza civile e un reato inoffensivo. Per questo chiediamo l'assoluzione".
Secondo l'altro legale della difesa, Valentina Colletta, la misura restrittiva a cui era stata sottoposta la Dosio era sbagliata in partenza, perché si riferiva a episodi avvenuti durante una manifestazione del 2015 in cui l'attivista non aveva commesso reati. "Quel provvedimento cautelare è un errore", ha detto Colletta. "Nicoletta denuncia una situazione iniqua e antisociale e chiede un'applicazione garantista del diritto".
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