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12 Novembre 2016 - 16:55
Due uomini, nati e residenti a Torino, sono stati individuati dalla squadra mobile di Livorno come responsabili di diverse truffe ai danni di istituti religiosi in Sardegna, Lazio e Piemonte, forse con l'aiuto di complici, e di un doppio colpo in Toscana. Secondo la polizia i due, specializzati in questo tipo di truffe, contattavano suore e cappellani riuscendo a farsi consegnare con l'inganno migliaia di euro. La truffa è andata in porto anche ai danni di due anziani religiosi di altrettanti istituti livornesi dai quali i truffatori sono riusciti ad ottenere bonifici per un valore complessivo di circa 6 mila euro.
Da quanto è emerso dalle indagini condotte dalla squadra mobile, nei mesi scorsi, i responsabili dei due istituti religiosi di Livorno sono stati contattati da un uomo che spacciandosi per dipendente della Regione Toscana (la Regione è del tutto estranea ai fatti) comunicava che per un errore di versamento sul conto corrente degli stessi istituti si sarebbero dovute restituire immediatamente le somme paventando il blocco dei conti. Il falso dipendente per essere più credibile spiegava poi alle vittime che c'erano stati errori nell'erogazione di finanziamenti per ristrutturazioni erogati da Regione e Provincia e che parte della somma versata, erroneamente maggiorata di alcune migliaia di euro doveva essere restituita.
Per concludere la truffa i due fornivano utenze telefoniche fittizie (intestate a stranieri inesistenti o inconsapevoli) alle quali poter chiamare per avere ulteriori delucidazioni. Gli interlocutori, contattati di volta in volta, rassicuravano le vittime spacciandosi per un alto dirigente del ministero, o per un direttore di banca. Infine per vincere le ultime resistenze i truffatori intimavano di effettuare immediatamente il bonifico, altrimenti sarebbero stati bloccati gli stanziamenti ed i contributi già richiesti alla Regione Toscana, per i lavori urgenti di restauro. Raggirati con questo sistema i due anziani religiosi hanno effettuato alcuni bonifici postali, per un valore complessivo di circa 6 mila euro prelevando le somme, sia dai fondi utilizzabili per la ristrutturazione dell'istituto, che dai loro conti privati.
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