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TORINO. Cultura: Aliano candidata a capitale 2018,via tour da Torino

Aliano, il piccolo centro in provincia di Matera raccontato dall'antifascista torinese Carlo Levi nel celebre 'Cristo si e' fermato a Eboli', ha avviato oggi da Torino il tour per promuovere la propria candidatura a capitale italiana della cultura 2018. Anelli di collegamento fra le due realtà, le origini subalpine di Carlo Levi e quelle lucane del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus.

"Il rapporto fra Basilicata e Piemonte - ha rimarcato Laus - è forte: il nostro Consiglio regionale ha recentemente celebrato il 40/o anniversario della morte di Carlo Levi con numerose iniziative. Fra queste anche l'esposizione nel nostro palazzo di una delle sue opere pittoriche più famose, il Telero, un 'Cristo si è fermato ad Eboli' su tela, realizzato in occasione delle celebrazioni per i 100 anni dell'Unità d'Italia".

"Carlo Levi - ha aggiunto - visse il confino ad Aliano a cavallo fra il 1935 e il 1936 in una realtà completamente diversa da quella da cui proveniva, e da quella si lasciò contaminare. E' ciò che dovrebbe accadere in Europa e nel mondo di fronte al fenomeno migratorio attuale. In questo campo il Consiglio regionale del Piemonte darà il suo contributo anche con un nuovo museo in progettazione, dove i giovani potranno capire quanto Torino e il Piemonte debbano alle migrazioni interne del Novecento". 

Fra gli intervenuti anche il sindaco di Aliano, Luigi Di Lorenzo: "riteniamo - ha detto - che la candidatura a città della cultura italiana di un piccolo Comune dell'Appennino lucano sia l'esempio concreto di una piccola Italia che vuole crescere".

"Questa candidatura - ha aggiunto il parroco del paese don Pierino Dilenge - è un modo per dire grazie a Carlo Levi. Ha scritto 'Cristo si è fermato a Eboli' non per sparlare di queste terre, ma per fare una denuncia. Ho conosciuto Levi due mesi prima che morisse e l'ho sempre sostenuto, anche in tempi nei quali dalle nostre parti voleva dire andare controcorrente perché era prevalente la tesi che i suoi scritti rappresentassero per Aliano una sorta di offesa".

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