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04 Novembre 2016 - 12:51
eternit
Riprende oggi in Tribunale a Torino l'udienza preliminare per il caso Eternit bis, dove l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è imputato di omicidio doloso per la morte di 258 persone esposte - secondo l'accusa - all'amianto lavorato dalla multinazionale. Il giudice Federica Bompieri darà la parola alla difesa per chiarire un punto fondamentale del procedimento: il grado di consapevolezza di Schmidheiny nella catastrofe. Nel gergo dei giuristi si chiama "elemento soggettivo" e può fare la differenza tra condanna e assoluzione o fra omicidio volontario e colposo.
"Noi - ha sostenuto nell'ultima udienza il professor Astolfo Di Amato - non crediamo ci sia stato dolo. Al massimo una colpa.
Sempre tenendo presente che per effetto della sentenza del 21 luglio della Corte Costituzionale, questo processo non dovrebbe neppure essere celebrato: ci sono le condizioni per l'improcedibilità". Il pm Gianfranco Colace e le parti civili - tra cui la Presidenza del consiglio dei ministri - non sono d'accordo.
"Abbiamo sostenuto l'insussistenza sia del dolo sia della colpa e abbiamo chiesto il proscioglimento dell'imputato". Così il professor Astolfo Di Amato, uno dei difensori dell'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, al termine dell'udienza preliminare a Torino per il caso Eternit Bis.
Il pm Gianfranco Colace potrà replicare alla tesi della difesa il prossimo 29 novembre, data a cui è stato aggiornato il processo. Nella prossima udienza il giudice Federica Bompieri dovrà pronunciarsi sia sul capo di imputazione sia sulla procedibilità per decidere se rinviare o meno a giudizio l'imputato.
La Corte Costituzionale, infatti, lo scorso 21 luglio si era espressa sulla questione legata al principio giuridico "ne bis in idem", secondo il quale non si può essere giudicati due volte per lo stesso reato. Proprio in base a quella decisione la difesa sostiene che non ci siano le condizioni di procedibilità.
Il pm invece è del parere che l'imputato sia processabile per tutti i 258 casi di morte.
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