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07 Ottobre 2016 - 11:09
Si è concluso con dieci condanne e 15 assoluzioni, tra cui quella dell'ex governatore Roberto Cota, il processo per la 'Rimborsopoli' di consiglieri regionali del Piemonte. La causa riguardava l'uso distorto dei fondi destinati ai gruppi politici rappresentati in Consiglio regionale. La procura aveva chiesto la condanna di tutti i 25 imputati a pene che nel complesso ammontavano a circa sessantasei anni di reclusione.
Le pene inflitte dal tribunale spaziano dai tre anni e dieci mesi per Michele Giovine (Pensionati per Cota) - la pena più alta - ai quattro mesi con la condizionale per Augusta Montaruli (Pdl), per la quale l'accusa di peculato è stata derubricata in un lieve episodio di finanziamento illecito. La Regione, che nel corso del processo aveva ricevuto dagli imputati indennizzi per 2,4 milioni, otterrà da due dei condannati 20 mila euro. Nessun indennizzo invece alla parte civile Codacons.
L'ex presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, è stato assolto nel processo per la 'Rimborsopoli' dei Consiglieri regionali del Piemonte. La causa riguardava l'uso distorto dei fondi destinati ai gruppi politici rappresentati in Consiglio regionale. La Procura aveva chiesto per l'ex governatore una condanna a 2 anni e 4 mesi.
"Sono stato fatto oggetto di attacchi ignobili, e ho sofferto tanto, ma ho fatto bene ad avere fiducia perché qualcosa nelle istituzioni funziona". L'ex governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota, commenta così l'assoluzione nel processo per la 'Rimborsopoli' piemontese.
"Renzi ha perso una occasione per stare zitto - aggiunge a proposito del riferimento alle 'mutande verdi' fatto dal premier nella sua visita di ieri a Torino -. Avrebbe dovuto mostrare altra sensibilità istituzionale, che non ha...".
"Una sentenza di giustizia, che fa giustizia di tante cose che sono state dette e scritte in questi anni. Anni che per Cota sono stati un calvario". Così l'avvocato Guido Carlo Alleva, uno dei difensori dell'ex governatore Roberto Cota, dopo la sentenza di assoluzione dall'accusa di peculato al processo per l'uso dei fondi dei gruppi consiliari al consiglio regionale del Piemonte.
"E' evidente che le condanne sono arrivate solo per le spese considerate abnormi. Gli esborsi che in un modo o nell'altro rientravano nell'attività politica e istituzionale dei consiglieri, invece, non sono state censurate dai giudici". Questo il commento di uno degli avvocati difensori, Aldo Mirate, subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza con cui il tribunale di Torino ha concluso - con dieci condanne e 15 assoluzioni - il processo ai consiglieri regionali del Piemonte. Mirate difendeva uno degli imputati assolti, Lorenzo Leardi.
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