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27 Luglio 2016 - 10:55
Sul Salone del Libro "prendiamoci il tempo di un progetto condiviso, che non sia di qualcuno contro qualcun altro ma un fattore di crescita sistemica e uno spazio per la passione per il libro: Milano o Torino che sia!".
E' l'appello del Gruppo Feltrinelli in relazione alla votazione, prevista per oggi, del Consiglio generale dell'Aie sul Salone del Libro.
"Crediamo davvero - scrive l'editore in una nota - che non sia una questione legata solo alla capacità di Milano di soppiantare la storia e il modello di Salone proposto da Torino negli ultimi trent'anni, quanto invece di capire se a Torino o a Milano ci siano le condizioni per produrre il Salone che ha senso per l'Italia, e per questo pezzo d'Europa, nonché per un settore che ha un bisogno estremo di agire compatto per l'obiettivo principale di dare energia concreta alla promozione del libro, e dare spazio alla passione conclamata di milioni di nostri connazionali per la partecipazione ad eventi collettivi di stampo culturale".
"È innegabile che il Salone di Torino è stato gestito in modo inadeguato - prosegue il Gruppo Feltrinelli - senza una pianificazione che lo facesse crescere ma nemmeno senza la cura che consentisse all'intero comparto di sentirsi parte di un progetto. Vi sono tuttavia recenti segnali incoraggianti, come l'ingresso del Governo e di investitori privati tra i soci Fondatori, la chiarezza sui bilanci e la volontà del territorio di lasciar cadere i modelli gestionali del passato affidandosi da una parte a professionisti e dall'altra conferendo un ruolo diverso ai reali protagonisti, gli editori rappresentati dall'Aie. Basta? Sembra di no. Sembra che Torino non abbia ancora messo sul piatto una proposta di rinnovamento chiara e coraggiosa, efficiente e diversa. Milano, dal canto suo, ha dimostrato di saper "fare le cose", con Expo e il Salone/Fuorisalone del mobile, e presenta una proposta complessiva - prosegue ancora la nota - che fa leva soprattutto su un modello di gestione più efficiente e un ruolo più chiaro per tutti gli attori in campo, organizzatori, istituzioni e operatori. Crediamo tuttavia che la questione non vada affrontata come una dimostrazione di forza di qualcuno contro qualcun altro ma con la lungimiranza di capire se esiste un progetto organico pluriennale che sappia valorizzare quanto il Paese (Milano e Torino in primis ma anche Mantova, Pordenone, Roma, etc.) ha saputo fare negli ultimi anni - conclude Feltrinelli - integrando e non dividendo, professionalizzando e agendo come un sistema coeso e con un disegno strategico economico, politico e gestionale".
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