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TORINO. Regione Piemonte, Corte Conti parifica il rendiconto 2015

TORINO. Regione Piemonte, Corte Conti parifica il rendiconto 2015

Corte dei Conti

Il disavanzo è di 7 miliardi e 258 milioni, ci sono voci di bilancio che non sono iscritte dove dovrebbero, c'è "qualche problemino nei controlli interni" e l'indebitamento complessivo, anche se in calo rispetto al 2014 con i suoi 5 miliardi e 659 milioni, resta "estremamente elevato". Però, nel complesso, la Regione Piemonte ha avviato i suoi "percorsi di recupero e risanamento". E quindi il rendiconto generale dell'esercizio 2015 può avere il via libera della Corte dei Conti.

Si è concluso così, oggi a Torino, il mini-processo con cui la magistratura contabile ha setacciato la gestione finanziaria dell'Ente guidato da Sergio Chiamparino. Il collegio presieduto da Mario Pischedda ha "parificato" il rendiconto, limitandosi a indicare alcuni temi che la giunta dovrà affrontare prossimamente. Ricollocare in modo corretto, per esempio, la voce "Fondi rischi" relativa ai soldi (circa 107 milioni) da sborsare per effetto di contenziosi con Mauriziano e Province. E rielaborare quei crediti che per la Regione sono "inesigibili" e per la Corte sono solo di "dubbia esigibilità".

"Stiamo cercando di mettere rimedio a questa situazione - ha detto Chiamparino nel corso dell'udienza - muovendoci fra l'altro in una fase in cui la normativa contabile è in piena evoluzione e si presta a interpretazioni diverse". Il presidente, rivolgendosi ai giudici, aveva anche pronunciato una battuta scherzosa: "Mi appello alla clemenza della Corte".

"Rispetto agli anni passati - spiega l'assessore al Bilancio, Aldo Reschigna - la parificazione non è stata accompagnata da richieste di rettifiche di esercizio. E' la prima volta che il dato finanziario non viene messo in discussione. E questo ci inorgoglisce".

La fotografia scattata dal procuratore generale Giancarlo Astegiano era stata poco confortante: ha parlato di "situazione disastrosa che si è accumulata negli anni", di "Regione he ha speso più di quanto avrebbe potuto", di "debito formato su spese correnti che non hanno prodotto ricchezza pubblica" da ripianare in trent'anni con "risorse elevate". Ma anche lui ha preso atto degli sforzi compiuti dall'Ente. "Ha compreso - afferma Reschigna - il contesto di estrema difficoltà in cui ci stiamo muovendo. Questo, del resto, a differenza del 2013 e 2014 è il primo esercizio a ricadere sotto la nostra responsabilità. Sono state le legislature precedenti a provocare una situazione pesantissima: l'allarme dell'allora assessore Paolo Monferino, 'la Regione è tecnicamente fallita', restò a lungo un grido nel deserto". Però, sportivamente, Reschigna osserva che "nel 2013, grazie all'assessore Gilberto Pichetto (entrato nella giunta Cota dopo un rimpasto - ndr), si prese coscienza di cosa stava accadendo".

"Rispetto ad altre Regioni - prosegue Reschigna - disponiamo di circa 500 milioni in meno per dare servizi e sostegno ai cittadini, alle imprese, alle realtà sociali e culturali. E lo stock del debito, arrivato a 10 miliardi, porta rate pesanti: 447 milioni nel 2016, 602 nel 2017. Ma noi continueremo l'azione di contenimento: a fine legislatura il debito scenderà a 8,8 miliardi".

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