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27 Giugno 2016 - 15:13
Corecom
Il Corecom del Piemonte conclude l'attuale mandato quinquennale con all'attivo quasi 30 mila conciliazioni fra cittadini e gestori telefonici, un'attività a costo zero per gli utenti che ha portato nelle loro tasche circa 10 milioni di euro. Il tutto è stato fatto risparmiando sul bilancio messo a disposizione dal Consiglio regionale, al quale sono stati restituiti circa 400 mila euro, e senza tagliare ma anzi incrementando le iniziative. E' quanto emerge dal bilancio di fine mandato presentato oggi a Palazzo Lascaris dai vertici del Corecom alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Mauro Laus. Il Consiglio intanto, ha annunciato Laus, sta raccogliendo le candidature per la nomina dei nuovi vertici.
Nel suo saluto e ringraziamento al presidente Bruno Geraci, alla vice Tiziana Maglione e al commissario Ezio Ercole, Laus ha espresso "gratitudine" anche per la loro capacità di "tenere nella massima considerazione le esigenze di contenimento della spesa pubblica". Ha poi notato come, trattando decine di migliaia di pratiche, "non si siano mai riscontrati problemi degni di nota" e come "il grado di soddisfazione degli utenti, testimoniato in primo luogo dall'alta percentuale di conciliazioni accettate dalle parti, sia stato altissimo".
Laus ha inoltre lodato l'impegno del Comitato sul fronte della web reputation e dell'uso della rete da parte dei giovani.
"E' questo un settore - ha detto - in cui credo che anche il nuovo Comitato dovrà proseguire il suo impegno".
"I dati che presentiamo - ha rimarcato Geraci - ci dicono che il Corecom è una struttura che funziona, non un buco nero che chiede soldi. Nel corso del nostro mandato, che scade il prossimo agosto, abbiamo dimostrato che si può fare molto anche risparmiando". Geraci ha ricordato i risultati più salienti della sua presidenza, dall'inserimento dell'attività del Corecom nella relazione dell'Anno Giudiziario al completamento su tutto il territorio delle conciliazioni a distanza via web conference.
E ancora, dalla mappatura del segnale di Rai3 fino al recente studio sull'uso di internet da parte dei giovani in collaborazione con l'Università di Torino.
Su quest'ultimo tema è intervenuto Sergio Scamuzzi del Dipartimento di Culture Politica e Società dell'ateneo torinese, che ha curato la ricerca. I giovanissimi, è emerso, passano 7-8 ore al giorno collegati ai social e quelli delle famiglie meno abbienti fanno un uso della rete esclusivamente ludico. "Il digital divide legato all'accesso - ha osservato Scamuzzi - è ormai scomparso. Si tratta ora di elevare l'uso della rete da parte dei meno istruiti, affinché non restino esclusi".
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