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23 Giugno 2016 - 11:02
Primi 'scossoni' nel Pd torinese dopo la sconfitta al ballottaggio di domenica scorsa. La segreteria provinciale del partito, convocata oggi pomeriggio per analizzare l'esito delle urne, ha deciso di anticipare a settembre il congresso, inizialmente previsto all'inizio dell'anno prossimo. E Fabrizio Morri, che del Pd torinese è il segretario provinciale, ha annunciato l'intenzione di non ricandidarsi. "Una decisione giusta, che consente una riflessione approfondita dell'esito elettorale e l'adozione delle scelte necessarie a rilanciare il Pd", commenta Piero Fassino.
L'ex sindaco di Torino è già a Roma, dove venerdì è in programma una direzione nazionale del partito che si preannuncia infuocata. "L'eco dei successi dei Cinque Stelle è molto forte, non solo sui media - osserva il segretario Matteo Renzi nella e-news -. Perché se perdi a Roma, dove è accaduto ciò che sappiamo, te lo aspetti. Se perdi anche a Torino, dove per giudizio condiviso il sindaco uscente ha governato bene, scatta il campanello d'allarme". Una consolazione, benché magra, per Fassino, che ha già annunciato l'intenzione di restare in Consiglio comunale per guidare l'opposizione alla 'sindaca' Chiara Appendino.
Se Fassino resta un punto fermo nel Pd subalpino anche per i prossimi anni, è evidente che qualcosa all'interno del partito dovrà cambiare. E non solo a Torino. "Anche io parlerò alla mia segreteria", rivela Davide Gariglio, il segretario renziano del Pd piemontese. L'appuntamento è per la prossima settimana, il 28 giugno. "Bisogna usare questo spazio per capire gli errori e correggerli", aggiunge esprimendo apprezzamento per il gesto di Morri, "che non abbandona il campo in una fase difficile ma apre spazi alla riflessione su quanto avvenuto e su come proseguire".
Le correnti, a Torino come a Roma, si organizzano. "C'è bisogno di una analisi seria di quanto è successo e di trovare le soluzioni", conclude Gariglio, auspicando che i congressi "siano celebrati dopo il referendum e che il Pd lavori in questi mesi proprio per questo". Perché "ne va del destino del partito".
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