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TORINO. Tav: Telt, giudici confermano 'ndrangheta mai infiltrata

TORINO. Tav: Telt, giudici confermano 'ndrangheta mai infiltrata

tribunale

La sentenza del processo San Michele sulla presenza della 'ndrangheta nel torinese, depositata ieri, "conferma che la criminalità organizzata non è mai riuscita a infiltrarsi nei cantieri del Tav quando c'era Ltf (Lyon Turin Fevvoviaire, ndr) e a maggior ragione è combattuta oggi da Telt". E' quanto si afferma in una nota diffusa dalla società incaricata di costruire e di gestire la nuova ferrovia ad alta velocità Torino-Lione.

"Continuiamo comunque a tenere la guardia alta", è la dichiarazione del direttore generale di Telt Mario Virano. "E' evidente - prosegue - che i grandi lavori siano un ghiotto obiettivo per le tasche della malavita e per questo abbiamo attivato tutti gli anticorpi necessari a contrastare ogni tentativo di infiltrazione mafiosa: i nostri cantieri sono già soggetti alla normativa antimafia che ora sarà estesa anche agli appalti francesi. Questo è un passo storico: per la prima volta in Europa verrà applicata la stessa normativa antimafia su un progetto binazionale, a prescindere dalla territorialità dei cantieri". 

Per gli appalti italiani del Tav Torino-Lione sono state eseguite 863                 richieste antimafia, di cui 627 per il solo cantiere di Chiomonte. Finora le "interdittive" spiccate dalle prefetture nei confronti delle aziende non in regola con i requisiti sono state due. E' quanto ribadisce un comunicato di Telt. Le procedure si riferiscono al protocollo siglato a Torino nel 2012.

Telt ricorda che lo scorso 7 giugno la Conferenza intergovernativa ha approvato il nuovo regolamento dei contratti, dove sono contenute le modalità di attuazione per l'applicazione della normativa antimafia anche ai cantieri d'oltralpe. "Per la Torino-Lione - si legge in una nota - sarà attivata una white list unica, cui le imprese dovranno iscriversi dimostrando di avere le caratteristiche richieste per poter lavorare nei cantieri. Il controllo è affidato a una struttura binazionale presieduta dal prefetto di Torino e dal suo omologo francese. L'operatività di questo meccanismo sarà garantita dalla ratifica parlamentare nei due Paesi, che farà diventare legge dello Stato anche in Francia le disposizioni antimafia italiane".

"Il meccanismo di tutela della legalità nei cantieri della Torino-Lione - conclude il comunicato - non si ferma qui: Telt e tutte le aziende che lavorano e lavoreranno in Italia e in Francia per la nuova linea, dovranno rispettare anche i dieci punti del Global Compact delle Nazioni Unite, a cui la società italo-francese aderisce dal novembre 2015".

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