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08 Giugno 2016 - 11:45
Lavora come saldatore il ghanese che lo scorso 29 maggio, a Torino, ha circonciso il neonato poi deceduto per le conseguenze dell'intervento. Il particolare è emerso oggi a margine dell'udienza di convalida del fermo cui l'uomo è stato sottoposto insieme a due connazionali.
I tre sono stati interrogati dal gip Cristiano Trevisan e hanno ripercorso le tappe della vicenda dal loro punto di vista.
I pm Fabiola D'Errico e Dionigi Tibone hanno chiesto l'emissione di un ordine di custodia cautelare in carcere per omicidio preterintenzionale. I genitori del bimbo restano indagati a piede libero.
L'uomo che ha praticato la circoncisione è piuttosto conosciuto nella comunità degli immigrati dall'Africa come "il dottore". Nelle sue disponibilità c'è un documento, rilasciato da un ministero del Ghana, da cui risulta avere seguito un corso che lo abilita alle circoncisioni.
Per assicurarsi i servizi dell'uomo conosciuto fra gli immigrati africani a Torino come 'doctor', i genitori del bimbo avevano pagato 100 euro. Il 'dottore' si presentò nella casa insieme al mediatore (soprannominato 'rasta') e a un terzo connazionale, noto come 'coach', che durante la circoncisione tennero fermo il neonato. Il piccolo Henry morì il giorno successivo all'ospedale Maria Vittoria, dove era stato trasportato in condizioni ormai disperate.
Agli investigatori della squadra mobile risulta che uno dei tre stranieri abbia effettuato una telefonata a un 'santone', in Ghana, chiedendogli di pregare per tutti.
I fermati sono difesi dagli avvocati Manuel Perga e Alberto Bosio.
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