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TORINO. Salone Libro: Veltroni, Italia ha bisogno cultura comune

TORINO. Salone Libro: Veltroni, Italia ha bisogno cultura comune

Walter Veltroni

"Hai scritto il libro che anch'io avrei voluto scrivere. Che tutti avremmo voluto scrivere perché non è solo un diario di famiglia, ma anche la storia di cinquanta anni del nostro Paese. Io l'ho già letto tre volte". Così Pippo Baudo ha aperto, in una gremita Sala Gialla al Salone del Libro di Torino, la presentazione dell'ultimo romanzo di Walter Veltroni 'Ciao' (Rizzoli), insieme a Chiara Gamberale. Il libro racconta l'incontro fantastico di Veltroni con il padre Vittorio, famoso radiocronista Rai, morto quando lui aveva un anno. "Scrivendo questo libro, facendo ricerca sui giornali e tra i resti di casa - ha detto Veltroni - ho scoperto molte cose di mio padre. E ho capito molte cose di me" . "Tuo padre ti ha segnato per la vita - ha detto Baudo - deriva da lui il 'buonismo' che ti è sempre stato attribuito, pensa che in Rai lo chiamavano il 'volemose bene'". L'incontro è stato anche un'occasione per riflettere sul ruolo degli intellettuali, dei giornalisti nel nostro Paese. "Questo è un grande paese - ha detto Baudo - che ha avuto grandi stagioni, come quella vissuta da Vittorio Veltroni, Ettore Scola e anche da me. Allora c'era un sentire comune, c'era la voglia di trovare una cultura comune che oggi va riproposta. Veltroni con le sue radiocronache aiutò gli italiani ad imparare l'italiano. E la Rai era un compagno di viaggio per tutti". "Non mi sono mai sentito orfano - ha aggiunto Veltroni - perché non posso dire che mio padre mi ha lasciato vuoti, ma solo 'pieni'. E questo anche grazie a mia madre, una donna straordinaria che ha saputo darmi tantissimo, compreso l'animo di mio padre".
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