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15 Aprile 2016 - 17:52
Il soffitto crollato nel liceo Darwin
"La nostra è un'azione legale con cui stiamo tentando di cambiare le cose e di affermare un diritto. Non si tratta di soldi". Così l'avvocato Renato Ambrosio illustra il significato della causa civile mossa alla Città Metropolitana di Torino per conto di Cinzia Caggiano, la mamma di Vito Scafidi, lo studente morto nel 2008 a 17 anni per il crollo di un controsoffitto al liceo Darwin di Rivoli.
Lo studio legale Ambrosio & Commodo ha deciso di contestare il 'danno aggravato dalla condotta'. "Vito - spiega uno degli avvocati impegnati, Gino Arnone - è morto per i mancati controlli, per l'inettitudine di chi non fece quel che doveva fare. Ma lo Stato e le amministrazioni pubbliche devono capire che investire in prevenzione deve essere più economico che risarcire".
Per la morte di Vito, il 3 gennaio 2015 la Cassazione ha reso definitive le condanne dei sei imputati (tre funzionari della ex Provincia e tre insegnanti responsabili per la sicurezza).
La causa civile è in corso davanti al tribunale civile di Torino.
Il giudice Paola De Maria, della quarta sezione civile, ha fissato la prossima udienza il 17 novembre, quando le parti dovranno perfezionare la presentazione dei mezzi di prova ed elaborare memorie e repliche alle eccezioni.
Cinzia Caggiano, in occasione del processo penale, aveva ricevuto delle somme (circa 580 mila euro) che ora la Città Metropolitana ritiene esaustive. In realtà, secondo lo studio legale, si trattava soltanto della liquidazione delle provvisionali e di "offerte accettate non a titolo di indennizzo definitivo, ma di acconto".
Il 'danno aggravato dalla condotta', nelle intenzioni dei ricorrenti, dovrà rendere conto "delle omissioni e dell'inefficienza della pubblica amministrazione". "Quanto accadde - spiega Ambrosio - fu gravissimo. Non furono adottate delle misure per rendere sicuro un luogo, come la scuola, che doveva essere sicuro di per sé, perché è il posto al quale affidiamo i nostri figli. Una morte come quella di Vito è inaccettabile".
"In tanti gridano di volere la sicurezza nelle scuole. Ma la verità è che nelle scuole si tende a nascondere le manchevolezze per paura delle multe, della chiusura degli edifici, del calo delle iscrizioni. Quello che serve è una battaglia corale". Lo ha detto Cinzia Caggiano, la mamma di Vito Scafidi, il diciassettenne morto a Rivoli (Torino) nel 2008 per il crollo di un controsoffitto nel liceo Darwin.
La donna, che da anni sta conducendo iniziative per sensibilizzare le istituzioni sul problema, è stata in trasferta a Roma. "L'Osservatorio per l'edilizia scolastica - afferma - non si riunisce da dicembre: ho chiesto il motivo, non me lo hanno spiegato. L'Anagrafe dell'edilizia scolastica non è completa: i dati non vi confluiscono perché alcuni enti non li mandano e perché tre Regioni, fra cui il Piemonte, non lavorano con la piattaforma allestita dal ministero". "Su 110 province italiane - aggiungono gli avvocati dello studio legale Ambrosio e Commodo, che assistono la mamma di Vito in un'iniziativa giudiziaria a Torino - solo in tre si eseguono controlli preventivi".
"Ieri - sottolinea Caggiano - abbiamo consegnato la decima edizione del premio Scafidi, nella sezione 'sicurezza a scuola e sul territorio', agli studenti della scuola media di Riva presso Chieri, autori di un progetto che, servendosi di un metodo simile al modello Invalsi, fornisce indicatori e requisiti per valutare il grado di sicurezza. I ragazzi - conclude la mamma di Vito Scafidi - capiscono cose che gli adulti non vogliono capire. Bisogna cambiare".
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