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TORINO. Omicidio 'in stato d'ira', condanna a 18 anni

TORINO. Omicidio 'in stato d'ira', condanna a 18 anni
Il 16 aprile 2010, a Torino, un litigio in un bar per motivi futili sfociò in una sparatoria che costò la vita a un uomo di 41 anni, Roberto Palumbo. La vicenda è stata rievocata oggi in Corte d'Assise d'appello: i giudici hanno ridotto la condanna dell'imputato, Carlo Antonucci, 62 anni, a 18 anni e sei mesi di carcere, a fronte dei 28 di una precedente sentenza annullata dalla Cassazione. Ad Antonucci, che era difeso dall'avvocato Marco Ferrero, è stata concessa l'attenuante di "avere agito in stato d'ira per un fatto ingiusto". L'uomo, al bar, aveva litigato con Michele Sannino, 42 anni, dopo un urto probabilmente involontario. Nella ricostruzione dei fatti discussa al processo, fuori dal locale Sannino aggredì Antonucci dopo avere chiesto allo zio, Roberto Palumbo, di dargli manforte; fu allora che l'imputato sparò. La polizia arrestò Antonucci dopo un paio di settimane. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Cosimo Palumbo e Stefano Freilone.
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