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03 Marzo 2016 - 12:43
Processo
Nove patteggiamenti e un rinvio a giudizio. Si chiude così, al Palazzo di Giustizia di Torino, l'udienza preliminare per i pasticci con le firme che accompagnarono le liste del Pd alle ultime elezioni regionali del Piemonte. Attivisti e funzionari del partito escono di scena dopo avere concordato pene che spaziano dai cinque mesi e 20 giorni ai dodici mesi di reclusione (con la condizionale). La figura politica di maggiore spicco, il consigliere regionale Daniele Valle, ne patteggia sei. L'unico che ha scelto il rito ordinario, Rocco Florio, presidente della quinta circoscrizione di Torino, verrà processato il 15 settembre.
Resta aperto l'iter amministrativo dei ricorsi elettorali.
Proprio oggi, sempre al Palagiustizia, è stata celebrata una nuova udienza del procedimento civile. Se la poltrona di Chiamparino è stata resa stabile dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, è ancora a rischio quella di otto consiglieri dem. "Non mi pare che l'odierna decisione del giudice cambi qualcosa rispetto allo scenario delineato dalla sentenza del Consiglio di Stato - commenta Chiamparino -. In ogni caso eventuali problemi politici si affronteranno quando e soprattutto se si verificheranno".
Il giudice Marco Ciccarelli ha formalmente riunito le due "querele di falso", quella della pasionaria leghista Patrizia Borgarello e quella del M5S. Poi ha dato disposizioni alle parti in causa per presentare la precisazione delle conclusioni, le istanze istruttorie, le richieste di prova contraria. Prossima tappa il primo giugno, quando verrà discussa l'ammissione delle prove. Dal fronte democrat è partita una proposta di sospendere il procedimento, visto che a settembre ci sarà un processo penale, ma per adesso si va avanti.
Gli oppositori cantano vittoria non solo per i patteggiamenti, ma anche perché il gup Paola Boemio, con la sentenza, ha stabilito la falsità delle firme e ha disposto la cancellazione degli atti di autentica. Un passaggio (è la loro speranza) che dovrebbe accorciare i tempi della partita. "Ci aspettiamo - spiegano al Movimento 5 Stelle - che il tribunale civile prenda atto della cessazione del contendere: una sentenza c'è già. Quindi il Tar dovrà prendere atto della decadenza degli eletti". Il codice permette ai patteggiatori di ricorrere in Cassazione persino contro la dichiarazione di falsità delle sottoscrizioni. "Ma questo sarebbe solo un insulto alla democrazia" ribattono i pentastellati, che nell'attesa chiedono le dimissioni di Valle dalla presidenza della Commissione cultura del consiglio regionale e invitano il Pd ad "arrendersi" e a "finirla con le strategie da azzeccagarbugli".
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