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TORINO. Brexit: Boldrini, "spero prevalga senso responsabilità"

TORINO. Brexit: Boldrini, "spero prevalga senso responsabilità"

Laura Boldrini

Su Brexit "spero che prevalga il senso di responsabilità e si trovi un buon equilibrio". Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale "le istanze della Gran Bretagna non vanno ignorate, ma coniugate con la tenuta europea". La Boldrini ne ha parlato a Torino, a margine delle 'Lecture Altiero Spinelli' organizzata dal Centro Studi sul Federalismo.

"Auspico si trovi un buon equilibrio nel tener dentro il Regno Unito e nel non compromettere il nostro stare insieme - aggiunge la Boldrini -. Se si concede troppo potrebbe essere l'inizio di una serie di esclusioni, se si concede troppo poco si potrebbe perdere un pezzo importante per strada e questo non ce li possiamo permettere". 

"Trovo spaventoso che alcuni Paesi membri abbiano deciso di mandare la polizia al confine fra Grecia e Macedonia per sigillare la frontiera: da chi dovremmo difenderci? Dalle persone che invece dovremmo proteggere in base ai nostri principi fondativi?". Così la presidente della Camera Laura Boldrini, all'Università di Torino la Lecture Spinelli organizzata dal Centro Studi sul Federalismo. "Ciò non significa lasciare sguarnite le frontiere o non rafforzare i controlli - ha aggiunto - ma questo si fa con una guardia costiera e una forza di polizia europea e non con forze di polizia col mandato di sigillare tutto".

La Boldrini ha detto di trovare "difficile capire il senso di chi sta proponendo una 'mini-Schengen', che significa tagliare fuori dalla libertà di movimento la Grecia, e forse l'Italia, perché accolgono i richiedenti asilo". La presidente della Camera ha parlato di un "paradosso: gli Stati membri - ha spiegato - sono tenuti al principio di non respingimento, ma se lo rispettano sono tenuti fuori, è una contraddizione. Oggi - ha aggiunto - la crisi dei rifugiati è sulle spalle di 5 Paesi, dobbiamo esigere una suddivisione a 28". La presidente ha quindi concluso che "di fronte ai bisogni non si va a chiedere la nazionalità di chi è in difficoltà".

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