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17 Febbraio 2016 - 09:27
Fiat Chrysler Automobiles
Il mercato dell'auto europeo comincia l'anno con un segno positivo ma rallenta: a gennaio le immatricolazioni nell'Unione Europea e nei Paesi Efta (Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda) sono state 1.093.565, il 6,3% in più dello stesso mese 2015. E' il ventinovesimo mese consecutivo di crescita, spiega l'Acea, l'associazione dei costruttori europei. Il tasso è però meno accentuato rispetto a dicembre (+15,9%) e all'intero 2015 (+9,2%).
Continua a correre Fiat Chrysler Automobiles che cresce molto più del mercato: a gennaio le immatricolazioni del gruppo sono state 72.646, il 14,3% in più dello stesso mese 2015. La quota sale dal 6,2 al 6,6% e tutti i brand sono in crescita: Jeep che registra un incremento del 32,6%, Fiat e Alfa Romeo del 13,9% e Lancia del 2,3%. Panda e 500 confermano la leadership nel loro segmento, risultati molto positivi anche per 500L, 500X e Jeep Renegade. L'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, vola a Cassino, dove il 15 marzo inizierà la produzione della nuova Giulia, in anticipo di due settimane sui tempi previsti.
Continua invece il ricorso alla cassa integrazione allo stabilimento di Grugliasco della Maserati: dopo le tre settimane tra gennaio e febbraio, il nuovo periodo sarà dal 17 marzo al 4 aprile e riguarderà tutti i 1.900 dipendenti. Boccata d'ossigeno invece per il polo industriale di Termini Imerese dove Blutec e Invitalia hanno siglato il contratto di sviluppo.
Volkswagen conserva la prima posizione in Europa tra i costruttori, ma cresce solo dell'1% e la quota scende dal 25,6 al 24,3%. In flessione i marchi Volkswagen e Seat mentre crescono Audi e Skoda. Incremento contenuto per Psa (+3,7%) e Renault (+1%), mentre Ford registra un +11,4% e Opel un +11,9%.
Tra i mercati trainano la crescita l'Italia (+17.4%) e la Spagna (+12,1%), con percentuali a doppia cifra. Anche in Francia (+3,9%), Germania (+3,3%) e Regno Unito (+2,9%) le immatricolazioni sono in aumento anche se in misura più modesta.
Dei 28 mercati nazionali dell'Unione ben 23 hanno il segno più.
"Probabilmente sul risultato di gennaio - spiega il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano - hanno inciso le incertezze sul quadro congiunturale dell'economia mondiale e in particolare le turbolenze sui mercati finanziari". A questo si aggiunge, secondo Quagliano, "il differente recupero della situazione ante crisi, con i Paesi al di fuori della zona euro che avevano avuto meno problemi a causa delle politiche di austerità e che, oggi, crescono di meno perché hanno meno da recuperare". L'Anfia sottolinea che per la Russia "non si attenua il crollo del mercato" con gennaio in calo del 29% rispetto allo stesso mese del 2015 che, a sua volta, aveva registrato una flessione del 24%. In calo la Turchia - dopo un 2015 chiuso con +23,5% - ha visto a gennaio calare le consegne del 4,7%, con una produzione in flessione del 7%.
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