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15 Febbraio 2016 - 21:12
Matteo Salvini
Vilipendio dell'ordine giudiziario. Non è passato inosservato, a Palazzo di Giustizia di Torino, l'attacco alla magistratura "schifezza" scagliato da Matteo Salvini domenica scorsa in un comizio a Collegno, cittadina della cintura del capoluogo piemontese. Il procuratore capo, Armando Spataro, che ha aperto un fascicolo di indagine, ha affidato alla Digos subalpina il compito di condurre i primi accertamenti e ha avviato l'iter verso l'iscrizione del leader della Lega Nord nel registro degli indagati per un delitto che, per effetto di una legge che nel 2006 ha addolcito le sanzioni sui cosiddetti "reati di opinione", è punito con multe da mille a cinquemila euro. Per procedere, comunque, servirà l'autorizzazione del Ministero della Giustizia. "Se so che qualcuno nella Lega sbaglia - aveva detto Salvini riferendosi agli sviluppi della Rimborsopoli ligure - sono il primo a prenderlo a calci nel c... e a sbatterlo fuori. Ma Rixi (assessore leghista fra i rinviati a giudizio - ndr) è un fratello e lo difenderò fino all'ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord". "Vabbé, se serve a svegliare qualcuno indagatemi pure", è la replica di Salvini sui social network. "Come ovvio, e per fortuna, ci sono tanti giudici - dice - che fanno benissimo il loro lavoro: penso a chi è in prima linea contro mafia, camorra e 'ndrangheta. Purtroppo è anche vero che ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti. Finché la magistratura italiana non farà pulizia e chiarezza al suo interno, l'Italia non sarà mai un paese normale". Di "intimidazioni inaccettabili" parla il capogruppo della Lega alla Camera, Massimiliano Fedriga, mentre il magistrato Nino Di Matteo critica le parole di Salvini: "Sono affermazioni che si commentano da sole, ma la loro pericolosità non va sottovalutata perché provengono da un leader politico".
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