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TORINO. Auto: Skf, possibile nuove stabilizzazioni lavoratori

TORINO. Auto: Skf, possibile nuove stabilizzazioni lavoratori

"Riteniamo che ci possano essere le condizioni per procedere entro l'anno a nuove stabilizzazioni di lavoratori oggi con contratti interinali, grazie al Jobs Act. In tutto sono 200, mentre 150 sono stati assunti nel 2015". Lo ha detto Giampaolo Ceva, direttore del gruppo Skf in Italia, durante la presentazione dei risultati dell'esercizio 2015. "In alcuni settori il trend dei volumi resta positivo. Abbiamo certezze per i primi due trimestri, speranze per gli altri due, ma non ci aspettiamo un anno negativo", ha aggiunto.

Nessuna conseguenza dal rinvio dei piani Fca per Alfa Romeo.

"E' un progetto importante su cui contiamo molto, ma con Fca ci sono stati sviluppi in altri business che hanno compensato il ritardo dell'Alfa. Non ci sarà alcun calo produttivo nello stabilimento di Airasca a causa delle decisioni di Fca", ha spiegato l'amministratore delegato Ezio Miglietta. 

Per Skf Industrie il 2015 "è stato caratterizzato da un andamento a due velocità: effervescente nella prima parte dell'anno e più cauto nella seconda parte" ha spiegato Miglietta che ha parlato di "un anno comunque positivo". Il fatturato è cresciuto del 4.5% rispetto al 2014 riportandosi oltre la soglia dei 900 milioni di euro, che aveva caratterizzato gli anni precedenti al 2009. L'utile operativo, escludendo gli oneri straordinari, è stato di 87,3 milioni di euro e il margine operativo ha raggiunto il 9,6%. Quanto al piano di riorganizzazione aziendale "i primi riscontri positivi sono attesi a partire da quest'anno". Gli investimenti sono stati pari a 20 milioni di euro, in linea con il 2014 (22,5 milioni).

"L'esperienza del contratto nazionale Skf 2013-2015 è stata estremamente positiva, sia dal punto di vista del coinvolgimento dei lavoratori agli obiettivi e alla strategia dell'azienda per migliorare il servizio al mercato sia per la remunerazione. Nel triennio ha portato infatti ai lavoratori 2.700 euro in più rispetto al contratto nazionale". Lo ha sottolineato Giampaolo Ceva, direttore del personale del gruppo Skf Italia, nella conferenza stampa per presentare i risultati 2015 del gruppo.

Il contratto Skf, firmato dalla Fim e dal sindacato autonomo Fali e approvato dai lavoratori, vincola al rendimento dell'azienda gli aumenti annuali che normalmente sono garantiti dal contratto nazionale. La cifra di 2.700 euro è una media perché una parte dell'aumento è legata agli obiettivi finanziari, l'altra è individuale. La Skf è stata la prima aziendaa sfruttare la possibilità offerta dal contratto nazionale dei metalmeccanici di legare ai risultati aziendali una quota normalmente garantita ai lavoratori. "Riteniamo che sia un'esperienza che debba avere un seguito nel triennio 2016-2018", aggiunge Ceva. Ancora nessun incontro ufficiale, ma i lavori sono in corso.

I dipendenti del gruppo Skf in Italia sono quasi 3.000, più della metà in Piemonte.

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