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09 Febbraio 2016 - 16:56
Al Comune di Torino sapevano che la soluzione per sistemare i nomadi sgomberati dal campo di lungo Stura Lazio erano gli alloggi di Giorgio Molino, personaggio noto alle cronache giornalistiche come il 'ras delle soffitte'.
E' quanto si è detto nel corso di una conferenza stampa convocata da Terra del Fuoco, una delle due associazioni toccate dall'inchiesta per turbativa d'asta aperta dalla magistratura.
"Nei tavoli di coordinamento del progetto - ha affermato Matteo Saccani, esponente dell'associazione - è stata proposta la disponibilità di 16 appartamenti ed è stato fatto notare che la proprietà era di Molino. I rappresentanti del Comune di Torino hanno detto che andava bene e di andare avanti". Secondo le indagini, gli alloggi (quelli situati in corso Vigevano) erano privi di tutti i requisiti di abitabilità. "La proposta degli alloggi - ha aggiunto Saccani - non è stata formulata da noi, ma dall'Aizo (Associazione italiana zingari oggi, ndr)".
Il presidente di Terra del Fuoco, Oliviero Alotto, uno dei tre indagati, ha sottolineato che "noi ci siamo sempre opposti al trasferimento in alloggi perché la soluzione non era nello spirito del progetto; quindi ci siamo via via defilati".
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