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27 Gennaio 2016 - 09:58
Fiat Chrysler Automobiles
Si definisce domani il percorso di Fiat Chrysler Automobiles negli ultimi due anni targati Sergio Marchionne. Il consiglio di amministrazione, convocato in mattinata nella sede operativa di Londra, ha all'ordine del giorno i conti del 2015. I risultati come ha anticipato lo stesso Marchionne nei giorni scorsi, sono "eccezionali, nella parte alta del range indicato dal piano industriale": consegne a livello globale per 4,8 milioni di veicoli, ricavi superiori ai 110 miliardi di euro, un risultato operativo di oltre 4,5 miliardi, un utile netto rettificato a circa 1,2 miliardi e un indebitamento industriale netto tra 6,6 e 7,1 miliardi. L'attesa dei conti ha fatto volare a Piazza Affari il titolo Fca che ha chiuso con un balzo del 6,1% a 7 euro.
L'attenzione è rivolta però soprattutto a quanto l'amministratore delegato di Fca dirà sul piano prodotti.
Marchionne ha già fatto capire che sarà necessario un aggiustamento del target di vendite al 2018: sarà inferiore a quello di 7 milioni indicato nel 2014, senza che questo abbia ripercussioni sugli obiettivi finanziari, "comunque raggiungibili". Primo fra tutti l'azzeramento del debito. "I target 2018 sono la priorità e sono fattibili", ha spiegato Marchionne che ha rinviato invece il progetto di alleanza con General Motors.
Non ci sarà un nuovo piano di Fiat Chrysler Automobiles, ma i ritocchi sembrano inevitabili visto che dalla presentazione nel 2014 ad Auburn Hills i cambiamenti sono stati profondi, a partire dalla crisi dell'economia cinese e dal pesante rallentamento del Brasile, mentre nel frattempo è migliorato il mercato europeo. Le modifiche potrebbero riguardare il lancio di alcuni modelli - in particolare Alfa Romeo - attesi per quest'anno e spostati al 2017. "Il Polo del Lusso di Torino rischia seri contraccolpi dal possibile rinvio del lancio di modelli Alfa Romeo, che Fca potrebbe annunciare domani", avverte Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese. Per Claudio Chiarle, numero uno della Fim torinese, invece, "la forza di Mirafiori sarà proprio l'avvio dei modelli Alfa Romeo perché il brand ha una potenzialità da troppo tempo inespressa e molto attesa dai mercati".
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