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30 Dicembre 2015 - 10:42
Ferrari
La Ferrari è sulla griglia di partenza a Piazza Affari. Dopo la quotazione a Wall Street dello scorso ottobre, lunedì 4 gennaio il Cavallino debutta alla Borsa di Milano: ai soci del gruppo verrà distribuita un'azione ordinaria Ferrari ogni dieci Fca possedute. Alla cerimonia di avvio della contrattazione saranno presenti i vertici della casa di Maranello, il presidente Sergio Marchionne e l'amministratore delegato Amedeo Felisa, Piero Ferrari, figlio del fondatore Enzo e il presidente di Fca, John Elkann. E' atteso anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, qualche mese fa, aveva rivelato l'impegno di Marchionne a quotare la società anche a Piazza Affari.
Domani sarà l'ultimo giorno per le azioni Fca attuali. Da lunedì il titolo non comprenderà più la Ferrari: entro gennaio si vedrà quale sarà il nuovo valore (oggi ha chiuso a 13,1 euro, in crescita dello 0,77%).
Lunedì diventa quindi operativa la separazione della Rossa da Fiat Chrysler, dopo il via libera dell'assemblea del 2 dicembre ad Amsterdam. Un'operazione che porterà a Fca risorse per il piano di investimenti e per ridurre l'indebitamento, ma che ha anche una portata storica perché modifica ancora una volta l'assetto del gruppo e il suo valore. Resta ancora incertezza sul versante industriale del gruppo e sulla realizzazione del piano di investimenti di 50 miliardi di euro, previsti al 2018.
Si è parlato nelle scorse settimane di rinvio del lancio di alcuni modelli, come la Maserati Alfieri e il suv Alfa Romeo, attesi nel 2016, a causa soprattutto del rallentamento del mercato cinese. Confermati invece i tempi per la produzione del Levante a Mirafiori: "tornerà ad essere il più grande stabilimento industriale italiano con 18 mila addetti", ha sottolineato oggi il sindaco di Torino, Piero Fassino Marchionne torna a guardare al capitolo alleanze e continua a pensare a General Motors come partner ideale all'interno di un inevitabile processo di consolidamento dell'industria automobilistica globale. La nuova Fca senza Ferrari non può reggere da sola alle sfide che il settore pone e un salto dimensionale diventa necessario. Ed è possibile che il manager italocanadese abbia temporeggiato proprio in attesa dello scorporo della Rossa. Il controllo di casa Agnelli su Fca potrà diluirsi, ma Ferrari in ogni caso resterà sotto il solido controllo dell'azionista Exor. La holding della famiglia, che nei giorni scorsi ha firmato un patto parasociale per cinque anni sulla casa di Maranello con Piero Ferrari, avrà il 24% del capitale, ma grazie al meccanismo del voto multiplo previsto dalla normativa olandese, il peso sarà maggiore.
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