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TORINO. Amianto: edili più colpiti da malattie, 16% totale in 4 anni

TORINO. Amianto: edili più colpiti da malattie, 16% totale in 4 anni

I lavoratori edili sono i più colpiti dalle malattie legate al contatto con l'amianto: nel quadriennio 2009-2012 sono oltre il 16% del totale. E' stato sottolineato nel convegno 'Rischio amianto', promosso dalla categoria degli edili Cgil, la Fillea e dalla confederazione nazionale. Tra il 1994 ed il 2010 in Europa sono stati registrati oltre 100 mila decessi a causa dell'amianto, il 60% di quelli globali. Dal 1920 al 2012 sono morti 6.786 europei al giorno per mesotelioma, in Italia le vittime sono 4 mila ogni anno, e nel periodo 1993 - 2012 oltre 21mila i casi registrati malattie asbesto correlate. Ma il peggio forse deve ancora arrivare: si prevede per il 2020 il picco del fenomeno.

"Il paradosso italiano - spiega Ermira Behri, segretaria nazionale della Fillea - è che siamo stati il primo paese a dotarsi di una legislazione tra le più avanzate in Europa e nel mondo, e nonostante questo sono ancora presenti sul territorio nazionale 32 milioni di tonnellate di materiali compatti contenenti tale sostanza e molte tonnellate di amianto friabile in numerosi siti contaminati, di tipo industriale e non, tanto pubblici quanto privati". I numeri riportati dalla Fillea e dalla Cgil sono impressionanti: a novembre 2015, sono censiti in Italia oltre 44.000 siti "ma tenendo presente che solo nelle Regione Marche ci sono 14 mila siti censiti e in Piemonte 23 mila siti contaminati di amianto di cui 5.300 bonificati, è chiaro - osserva Beheri - che siamo di fronte ad un dato largamente parziale. Per dare una idea in metri quadrati, parliamo di un totale di 2,5 miliardi in cui è accertata la presenza di materiale in cemento amianto. Tra questi Balangero (To), Casale Monferrato (Al), Broni (Pv), Bari-Fibronit e Biancavilla (Ct), con il suo problema specifico di fibre asbestiformi". Behri ricorda il capitolo giustizia e la tutela delle vittime di oltre 50 processi in corso in Italia: "c'è un'enorme difficoltà a ricorrere alla giustizia civile per evidenti costi di prova e oneri processuali e quindi le vittime si limitano spesso alla semplice costituzione di parte civile nel processo penale per ottenere un risarcimento del danno".

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