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TORINO. Afgano con foto decapitati, indagine porta a Calais

TORINO. Afgano con foto decapitati, indagine porta a Calais

Punta verso Calais, in Francia, l'inchiesta della procura di Torino sul caso di Nasim Laghani, l'afgano fermato al valico di Bardonecchia perché in possesso di 27 schede sim e di fotografie di miliziani mediorientali e teste mozzate.

Nel corso dell'interrogatorio, l'uomo ha sostenuto che le schede gli erano state cedute nella città francese, il 21 novembre, da un tizio di nome Naim: "Voleva che le regalassi a chiunque me le avesse chieste". Gli investigatori torinesi, che non credono a questo racconto, stanno svolgendo accertamenti basandosi anche su una fototessera a colori che l'afgano aveva con sé; lui stesso ha detto che si trattava del misterioso Naim.

Il gip Gianni Macchioni, contro il parere del pm Andrea Padalino, ha scarcerato l'afgano (che ora si trova al Cie di Torino) perché non c'è "il minimo elemento" che dimostri la provenienza illecita degli oggetti. Il giudice, comunque, ha ammesso che il caso presenta "aspetti che suscitano allarme": schede e telefonini "sono materiale che può avere un utilizzo nell'ambito di attività di terrorismo internazionale".

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