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24 Novembre 2015 - 17:55
A fine anno saranno pronte in Italia le mini-protesi artificiali al chitosano, polisaccaride ricavato dal guscio dei crostacei. Saranno utilizzabili nella cura delle lesioni nervose. Già impiegate da sei mesi in Europa, saranno a disposizione per la prima volta in Italia dei microchirurghi del CTO della Città della Salute di Torino. Quello delle mini-protesi ai crostacei sarà uno dei temi in discussione al 26/o Congresso Nazionale della Società Italiana di Microchirurgia, dal 26 al 28 novembre a Torino. Terapia del tutto naturale ed eco-compatibile - spiega Pierluigi Tos, presidente dalla Società Italiana di Microchirurgia e responsabile dell'Unità Operativa di Microchirurgia del CTO - ricicla gli scarti della pesca di crostacei, come granchi o gamberetti. Si calcola che sulle oltre 200 mila lesioni all'anno provocate in Europa da incidenti sul lavoro, sulla strada o in casa, circa il 5-10%, pari a 10-20mila casi, potrebbe beneficiare di queste protesi che, fornendo alle fibre nervose un tunnel attraverso il quale ricrescere, permettono un recupero funzionale dei nervi lesionati paragonabile a quello degli innesti autotrapiantati. Queste mini-protesi, simili a tubicini, sono del tutto assorbibili dall'organismo in sei mesi-un anno senza alcun tipo di controindicazione o rischio di rigetto. "Al momento - aggiunte Tos - ciascuno è in grado di coprire una lesione fino a 3 centimetri, ma la ricerca è orientata a coprire lesioni fino a 6 centimetri". "Ricerca che è stata condotta grazie al supporto di un finanziamento della Commissione Europea", osserva Stefano Geuna, coordinatore per l'Italia del progetto europeo Biohybrid, che ha coinvolto imprese biotech e centri di ricerca di sei paesi.
Il Congresso tratterà di tutte le tecniche microchirurgiche in uso."La tecnica microchirurgica, grazie all'ausilio di mezzi ottici di altissima precisione, ha fatto passi da gigante negli ultimi 15 anni - osserva Tos - e permette oggi la ricostruzione e il recupero funzionale di lesioni incurabili solo fino a pochi anni fa, in tutti gli ambiti della chirurgia.
Si pensi ai reimpianti e trapianti compositi (d'arti, di faccia), alle ricostruzioni con tessuti autologhi della mammella e della testa e collo che danno risultati impossibili con altre tecniche".
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