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TORINO. Elena Ceste: marito torna a difendersi, "sono innocente"

TORINO. Elena Ceste: marito torna a difendersi, "sono innocente"

Michele Buoninconti

"Non potrò mai essere condannato per un omicidio che non c'è mai stato". A poche ore dalla sentenza per l'omicidio di Elena Ceste, il marito Michele Buoninconti, attraverso i suoi legali, torna a dichiararsi "innocente". "La Procura mi ha cucito addosso un abito che non mi calza", sostiene il vigile del fuoco per il quale l'accusa ha chiesto una condanna a trent'anni. "Per l'ostinata ricerca di un movente, i magistrati si sono inventati una crisi matrimoniale", sostiene l'uomo, ma "non c'è stata nessuna discussione tra me e mia moglie - è la sua verità - e nessuno ha mai ricevuto da mia moglie lamentele su di me".

In carcere dallo scorso gennaio, con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, Buoninconti offre la sua versione dei fatti a 'Mattino Cinque' assistito dal suo difensore, l'avvocato Enrico Scolari. Tra lui e la moglie, dice, non c'era nessuna crisi e non è vero che Elena fosse infelice.

"Era timida, e si è ammalata", afferma invece il marito, che nega come quell'espressione intercettata dai carabinieri durante le indagini e rivolta alla donna - "raddrizzata" - nascondesse propositi violenti. "E' una frase dialettale - spiega - indica il sostegno affinché una persona possa superare le difficoltà".

La pensano in ben altro modo gli inquirenti, secondo cui non ci sono dubbi che Elena Ceste sia stata uccisa dal marito, un uomo con i segni di un "disturbo di personalità di tipo ossessivo" e dallo "smisurato egocentrismo". "Un soggetto - scrive il gip Giacomo Marson nell'ordinanza con cui dispone il suo arresto - al quale nulla deve sfuggire, interessato a gestire e organizzare la vita del suo nucleo familiare secondo regole non sindacabili". Elena aveva intrecciato delle amicizie, scambiava sms, chattava. Subì profonde delusioni. Ma "la scoperta del tradimento - secondo il gip - ebbe un effetto dirompente".

Motivazioni che lo scorso 29 gennaio hanno spinto i carabinieri ad arrestare Buoninconti a Costigliole d'Asti, nella sua casa, fra le quattro mura dove, poco più di un anno prima, secondo l'accusa uccise Elena Ceste. Per dieci mesi la donna fu soltanto una persona "scomparsa". La svolta il 18 ottobre di un anno fa, dopo dieci mesi di ricerche, quando il cadavere comparve in un canale di scolo a poche centinaia di metri dalla villetta. Mercoledì, in tribunale da Asti, il giudice Roberto Amerio dovrà decidere se sia stato Buoninconti o meno ad uccidere la madre dei suoi quattro figli. "Mia moglie è una donna virtuosa - conclude l'intervista Buoninconti - madre e moglie esemplare. Elena è già santa".

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