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02 Novembre 2015 - 15:26
eternit
Crescono i casi di morte da amianto nell'inchiesta Eternit. La procura di Torino sta preparando le carte per contestare altri 115 decessi. E tutti finiranno nel processo bis, che per adesso è sospeso in attesa di una pronuncia della Corte Costituzionale. Con una novità: al nome di Stephan Schmidheiny, l'imprenditore Svizzera chiamato in causa come imputato, si aggiungerà quello del fratello Thomas, che per un breve periodo ebbe incarichi di responsabilità nella multinazionale.
I magistrati subalpini, dopo la sentenza choc con cui la Cassazione dichiarò prescritto il reato di disastro ambientale, non solo non si fermano, ma aumentano il carico. E allargano il campo d'azione. Non solo Casale Monferrato, la città piemontese in cui la Eternit aveva la filiale italiana più grande e importante, ma anche Siracusa (che nel primo processo non era stata presa in considerazione), la Svizzera e persino il Brasile. Non è ancora chiaro, comunque, quali saranno i capi d'accusa: nel processo bis Stephan Schmidheiny è imputato di omicidio volontario, ma nel nuovo filone è indagato (con Thomas) di omicidio colposo. Si vedrà.
Dei nuovi casi, diciassette sono di ex emigrati italiani in terra elvetica (in prevalenza veneti e pugliesi) che dopo avere lavorato negli stabilimenti Eternit di Payerne e Niederurnen si ammalarono e morirono. Quasi tutti di mesotelioma, gli altri di tumori polmonari o di asbestosi. Patologie che secondo i consulenti dei pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace furono provocate dal contatto con l'amianto e dalle insufficienti misure di sicurezza. La giustizia rossocrociata non procede perché - in base a quanto risulta agli inquirenti - le eventuali violazioni si considerano commesse nel momento in cui i lavoratori prestarono servizio: si deve tornare indietro, dunque, fino agli anni Settanta, ed è passato troppo tempo. In Italia è diverso: il reato si consuma con la morte della persona offesa. E se la morte si verifica nel territorio nazionale, si può andare in tribunale se l'azione che l'ha provocata è avvenuta all'estero. Qui le responsabilità dei fratelli Schmidheiny sarebbero di natura colposa (e non volontaria). A Thomas, inoltre, dovrebbero essere contestati pochi decessi.
Al processo bis, dove per adesso Stephan Schmidheiny risponde dell'omicidio volontario di 258 persone, la procura intende aggiungere altri 98 casi legati a Casale Monferrato. Guariniello e Colace stanno poi aspettando il rapporto conclusivo, ormai in dirittura d'arrivo, su quanto avvenuto nella sede Eternit di Siracusa. Quanto al Brasile, dove andarono a lavorare alcuni italiani, gli accertamenti sono in corso, anche se sembrano piuttosto complicati.
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