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27 Ottobre 2015 - 16:50
Antonio Saitta
"Il day service materno infantile dell'Ospedale di Susa rappresenta un nuovo modello di assistenza all'insegna dell'efficacia e della sicurezza: è la risposta concreta agli impegni che l'amministrazione regionale si era assunta nei mesi scorsi." Così l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, sulla prossima apertura del Day Service.
Se la chiusura del punto nascite, coerentemente all'applicazione delle norme nazionali, coinvolgeva finora un centinaio di donne all'anno che ora dovranno accedere a Rivoli, i notevoli vantaggi del nuovo servizio potranno essere utilizzati da un numero rilevante di persone. Un miglioramento la cui evidenza oggettiva è data dall'incremento settimanale di ore dedicate a prestazioni ostetriche-ginecologiche che raddoppieranno, passando da 37 ore ad oltre 60 ore con la conferma delle prestazioni attuali quali:visite, pap test, ecografie, screening, interruzioni di gravidanza, incontri di accompagnamento alla nascita, uro-dinamica ginecologica a cui si aggiungeranno counseling ostetrico-ginecologico, ambulatori della gravidanza fisiologica, sostegno all'allattamento e alla menopausa, visite di controllo in puerperio.
In Piemonte le famiglie che rifiutato in modo convinto e motivato la vaccinazione dei loro bambini sono circa il 2%. Lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, rispondendo in Aula a un Question time posto dalla consigliera regionale Maria Chiara Chiapello che chiedeva di conoscere la posizione della Giunta regionale in materia di vaccinazioni, a seguito dell'allarme relativo al fenomeno del rifiuto vaccinale. "Nella nostra Regione - ha rimarcato Saitta - è in vigore un Piano regionale di prevenzione vaccinale che, da oltre dieci anni, basa la propria iniziativa sul principio della adesione consapevole alla vaccinazione da parte dei genitori. In Piemonte circa il 97% dei nuovi nati si sottopone alla vaccinazione nel primo anno di vita. Solo il 92% circa accetta invece la vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia proposta all'età di 15 mesi". Saitta ha osservato che se "il fenomeno del rifiuto vaccinale è leggermente in crescita anche nella nostra Regione, tuttavia, confrontando i nostri risultati con quelli di altre Regioni, possiamo concludere che l'approccio promozionale degli operatori dei nostri servizi vaccinali ha impedito il radicamento e la crescita nel nostro territorio di movimenti antivaccinali".
"L'elevato livello di copertura raggiunto nel primo anno di vita è frutto del lavoro di promozione attiva svolto dagli operatori dei servizi vaccinali che sono stati tutti formati nel corso degli anni - ha aggiunto Saitta - Il livello più basso ottenuto dalla vaccinazione antimorbillo indica una particolare diffidenza verso questo specifico vaccino e non verso le vaccinazioni in genere. Le persone diffidenti che rifiutano la vaccinazione rappresentano una minoranza di soggetti generalmente molto informati (anche se in modo distorto), spesso attivamente impegnati nelle campagne di rifiuto delle vaccinazioni e che difficilmente cambiano la propria opinione anche dopo i colloqui con i nostri operatori".
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