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TORINO. La Procura di Torino indaga sul caso Volkswagen

TORINO. La Procura di Torino indaga sul caso Volkswagen

La procura di Torino accende un faro sul caso Volkswagen. Il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha ordinato una serie di accertamenti sullo stato delle vetture prodotte dalla casa tedesca che circolano nel territorio nazionale. Per ora non ci sono indagati, ma si parla già di precise ipotesi di reato: tra esse figura la frode in commercio. I test, inoltre, verranno estesi anche ad altre marche. Il magistrato torinese, in questa partita, si avvale della collaborazione dei carabinieri del Nas e di un gruppo di esperti del Politecnico, ai quali affiderà una serie di incarichi. Inoltre ha intrecciato i contatti con il Ministero dell'Ambiente. Proprio oggi l'amministratore delegato di Volkswagen Italia, Massimo Nordio, ha scritto al ministro Gian Luca Galletti assicurando che i nuovi veicoli dotati di motori Diesel attualmente disponibili nell'Unione Europea, "inclusi quelli in vendita sul mercato italiano, sono tutti rispondenti alla normativa europea per i gas di scarico EU6", mentre sono in corso controlli su altri motori. A rafforzare la mossa della procura piemontese ci sono però le dichiarazioni rilasciate a Fox News dal ministro dei trasporti tedesco, Alexander Dobrindt: "Siamo stati informati che anche in Europa i veicoli con motori diesel 1.6 e 2.0 sono stati manipolati". Guariniello aveva deciso di occuparsi del caso Volkswagen alcuni giorni fa, subito dopo la deflagrazione dello scandalo negli Stati Uniti, prima ancora che la Commissione europea chiedesse l'apertura di indagini nei 28 Paesi membri dell'Unione. Lui e la sua squadra, del resto, non sono nuovi a questo genere di accertamenti. In queste settimane, per esempio, a Torino è in corso un procedimento penale sull'importazione di circa novemila autoveicoli della cinese Great Wall (di tre modelli diversi) contenenti parti in amianto. I nomi di due manager italiani, legali rappresentanti della società importatrice Eurasia Motor Company, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Come di consueto, la procura di Torino è competente perché anche nel capoluogo piemontese circolano vetture Volkswagen. Un conflitto potrebbe sorgere se anche la procura di Roma decidesse di attivarsi e rivendicare le carte.

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