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17 Settembre 2015 - 18:12
Saitta
Sugli atti aziendali "che i direttori delle aziende sanitarie stanno predisponendo per dare attuazione alla programmazione regionale sia sulla rete ospedaliera che sulla rete di assistenza territoriale", si sta facendo "sciacallaggio politico per spaventare i cittadini" invece "noi lavoriamo per migliorare l'offerta sanitaria". Lo afferma l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta. "Si utilizzano i casi dell'Oftalmico di Torino (il cui servizio verrà ricollocato e non certamente soppresso!) come del Punto nascite di Susa (dove rafforzeremo un day service materno-infantile per garantire sicurezza a mamme e bambini in una struttura che oggi registra meno di 100 parti anno), così come i casi dell'ospedale di Borgosesia o di Casale Monferrato (dove qualcuno fa credere che verranno soppresse le cure ai cardiopatici o ai malati oncologici), per alzare il tono di una polemica - sostiene Saitta - che di politico non ha davvero nulla".
Secondo l'assessore, si tratta di strumentalizzazione e sciacallaggio "di chi approfitta delle fragilità dei cittadini per alimentare timori infondati sulla riorganizzazione della sanità regionale, facendo credere che i malati non saranno più curati come prima semplicemente perché stiamo riorganizzando il numero dei primariati medici ed amministrativi che negli ultimi decenni in Piemonte era cresciuta a dismisura".
"Voglio la fine del commissariamento per restituire al Piemonte gli spazi di manovra e l'autonomia di decisione senza più essere sottoposti al rigido controllo dei Ministeri romani". Cos' l'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta. "Ho fortemente voluto un'opera di programmazione e di razionalizzazione della sanità regionale coerente ai parametri fissati a livello nazionale dal Ministero:questa è la strada obbligata - spiega Saitta - per completare il percorso iniziato da un anno e portare il Piemonte fuori dal doloroso piano di rientro dal debito sanitario". "Se poi a qualcuno non piace che i primariati negli ospedali scendano da 842 a 667 e che le strutture complesse di natura amministrativa scendano da 240 a 97, pazienza - rimarca Saitta - Il passaggio da struttura complessa a struttura semplice è una questione prettamente di tipo organizzativo, nulla toglie alle funzioni e ai servizi per i pazienti. Voglio rafforzare i servizi, migliorandone qualità ed efficacia, eliminando doppioni e sovrapposizioni e soprattutto accorpando quei reparti dove l'attività è troppo bassa rispetto agli standard di legge (ovvero si fanno pochi interventi l'anno), perché bassa attività significa maggior rischio per i malati".
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