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25 Agosto 2015 - 12:43
Arresto (foto d'archivio)
"Se torno in Algeria rischio la tortura". Lo ha detto Rachid Mesli, avvocato algerino attivista dei diritti umani arrestato la scorsa settimana alla frontiera italo-svizzera del Gran San Bernardo, uscendo dall'udienza in cui è stato ascoltato dalla Corte d'appello di Torino. I suoi legali hanno chiesto la revoca dell'obbligo di dimora ad Aosta, che verrà discussa la prossima settimana. Per la valutazione della richiesta di estradizione da parte del governo algerino bisognerà attendere oltre.
"La procedura aperta nei miei confronti dal mio Paese - ha aggiunto Mesli - è di matrice politica. Non mi spiego l'arresto in Italia: in altri Paesi europei sono stato controllato e si sono subito resi contro che le ragioni del mandato di cattura internazionale non sussistono. Se fossi un criminale, mi avrebbero già arrestato in Svizzera. Ho piena fiducia nella giustizia italiana".
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