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TORINO. 'Moschea' in Comune: leghisti si difendono, blitz politico

TORINO. 'Moschea' in Comune: leghisti si difendono, blitz politico

Fabrizio Ricca, capogruppo del Carroccio in Sala Rossa

E' durato 40 minuti l'interrogatorio, in Procura a Torino, dei consiglieri comunali della Lega Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero. Il pm Antonio Rinaudo ipotizza l'accusa di violenza privata con l'aggravante dell'odio religioso per il blitz della scorsa settimana nella sala preghiere allestita in Municipio per gli ospiti musulmani di un forum. "La nostra è stata una protesta politica contro la forzatura del sindaco Fassino", sostengono i due indagati, assistiti dall'avvocato Mauro Anetrini.

Il blitz la scorsa settimana, in occasione di un forum sulla moda islamica. Il Comune aveva allestito, nella sala matrimoni di Palazzo di Città, un centro preghiera per gli ospiti musulmani che i due consiglieri comunali del Carroccio hanno smantellato portando via il tappeto steso per inginocchiarsi verso La Mecca.

Al termine dell'interrogatorio, Ricca e Carbonero hanno definito l'accusa nei loro confronti "non sussistente". "La nostra - sostengono - era esclusivamente una forma di protesta politica nei confronti del sindaco Piero Fassino, che allestendo quella sala aveva fatto una forzatura mediatica".

Secondo i due consiglieri e il loro avvocato, infatti, "non c'è stata alcuna volontà di impedire la preghiera. Il gesto è stato fatto oltre due ore prima che questa si tenesse e si sarebbe potuto tranquillamente allestire la sala da un'altra parte, così come abbiamo suggerito. Il nostro comportamento, inoltre, è stato sempre rispettoso ed educato. Abbiamo soltanto voluto sottolineare la laicità di quel luogo, nulla di più".

Il pm Rinaudo ha acquisito il filmato del blitz, che i due leghisti avevano filmato col cellulare.

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