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VERCELLI. Immigrazione: false assunzioni per permessi soggiorno

VERCELLI. Immigrazione: false assunzioni per permessi soggiorno

Immigrazione

False assunzioni per ottenere i permessi di soggiorno: a capo della banda tre vercellesi, ora agli arresti domiciliari, 17 gli immigrati sotto inchiesta. E' il bilancio dell'operazione della Polizia "Pro quota". Le indagini, coordinate dalla procura, sono partite da false dichiarazioni di assunzione presentate da alcuni stranieri nelle questure di Vercelli, Novara, Pavia, Genova, Alessandria e Bolzano; in tutti i casi il datore di lavoro è risultato inesistente. A casa degli arrestati gli inquirenti hanno trovato computer, telefoni cellulari, una stampante per patenti e carte d'identità, e 173 tessere in bianco pronte per essere utilizzate. Colui che procacciava gli stranieri, il vercellese Fabrizio Marletta, era anche a capo di una seconda associazione per delinquere, dedita a furti in un' azienda logistica, la Sifte Berti di Vercelli. Oltre a lui sono finiti in manette altre sei persone, che avevano il compito di custodire gli oggetti rubati (vernici di alta gamma e elettrodomestici dal valore complessivo di 60 mila euro) e rivenderli nel mercato nero di Torino.

Agli arresti domiciliari Daniele Piedimonte Cesareo, di Vercelli, e Massimiliano Cressati di Verbania, ma residente ad Oleggio (Novara). Le indagini, partite a fine 2014, sono state svolta con l'ausilio di appostamenti, pedinamenti e telecamere nascoste. A capo della banda c'era Fabrizio Marletta, che aveva il compito di procacciare gli stranieri a cui vendere i falsi permessi di soggiorno. L'uomo, capo reparto vernici all'azienda logistica Sifte Berti, faceva parte anche della seconda banda dedita a furti nella ditta stessa: oltre a lui sono stati arrestati Washington Arturo Gonzales Vera, residente a Vercelli; Ilario Delpiazzo di Torino e residente a Druento, titolare del colorificio "Santamonica" di Collegno. Hanno avuto l'obbligo di dimora Giuseppe Salinardi, di Vigevano (Pavia), e Denny Marcela Uribe, di Rive. Sono invece indagati Pierfrancesco Troito, di Torino e residente a Rivoli, e Loris Cesarone di Vercelli.

Nell'abitazione di Troito sono stati rinvenuti tre detonatori Nonel con miccia, diverse micce detonanti di varie lunghezze, polvere da sparo.(

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