Cerca

TORINO. "Moschea" in Comune, blitz della Lega la rimuove

TORINO. "Moschea" in Comune, blitz della Lega la rimuove

Il Comune di Torino allestisce una sala di preghiera per i musulmani ospiti del convegno internazionale sulla moda islamica e i consiglieri della Lega Nord, con un blitz, la rimuovono. L'azione, su cui il procuratore Armando Spataro ha disposto "accertamenti urgenti" della Digos per valutare "l'eventuale rilevanza penale dell'accaduto", scatena la polemica politica. Per il Carroccio, il Comune "è un luogo laico e istituzionale", mentre il sindaco Piero Fassino parla di "offesa indecente" e il presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino stigmatizza in una lettera "azioni illegittime e sconvenienti".

Il caso scoppia in occasione del "Torino Modest Fashion Roundtable", forum sulla moda nell'Islam, che nel 2014 ha generato un giro d'affari di circa 300 miliardi di dollari e che entro il 2019 dovrebbe attestarsi attorno a quota 484 miliardi.

A Torino, per parlare delle ultime tendenze del settore, ci sono rappresentanti della moda italiana, operatori internazionali della moda islamica, imprenditori e produttori provenienti da tutto il mondo. Islam compreso.

Per far sentire a proprio agio gli ospiti, l'amministrazione trasforma la Sala Matrimoni, a Palazzo di Città, in un centro di preghiera per i musulmani. Ci sono alcuni tappeti dove potersi inginocchiare in direzione della Mecca, con tanto di cartelli all'ingresso che indicano al speciale "destinazione d'uso" della sala. L'iniziativa non piace, però, ai consiglieri comunali della Lega Nord Fabrizio Ricca e Roberto Cargonero, che con un vero e proprio blitz - filmato per poter postare 'l'impresa' sui social network - rimuovono tappeti e cartelli.

"Non abbiamo nulla contro la religione musulmana", osservano gli autori del raid leghista, "ma il Comune di Torino, luogo laico e istituzionale, non deve avere luoghi di preghiera a prescindere. Dopo la partecipazione alla chiusura del Ramadan - è la loro accusa - ora Fassino usa la Sala Rossa per parlare di economia islamica. Non vorremmo che la vicinanza con questo mondo fosse qualcosa di più che un dovere da sindaco".

Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino, per il quale l'azione rappresenta "una manifestazione d'ignoranza che nemmeno una strumentalizzazione preelettorale (la prossima primavera Torino deve rinnovare l'amministrazione comunale, ndr) può giustificare". Un "atto offensivo", insomma, non solo per gli ospiti presenti a Torino, ma anche per "le decine di migliaia di torinesi di fede islamica - sottolinea Fassino - che sono parte integrante della nostra comunità".

Parla di "gesto violento" anche il Pd: "Non è chiudendosi o alimentando la paura - dice il capogruppo Michele Paolino - che si creano opportunità per lan nostra città". In attesa di eventuali sviluppo penali, però, la Lega va avanti per la sua strada. "Non si è mai visto che un luogo istituzionale diventi luogo di culto. Non si tratta di ospitalità - sostiene il segretario della Lega Nord Piemont, Roberto Cota - ma di svendere identità".

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori